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Cronaca Centro / Corso Giuseppe Garibaldi

Processo delle Fonderie Pisano: presidio dinanzi al Tribunale

L'appello del Comitato Salute e Vita:"Esortiamo tutta la cittadinanza a rendersi parte attiva in questa battaglia che coinvolge decine di migliaia di persone che vivono tra la Valle dell’Irno ed il centro di Salerno"

Si terrà lunedì 19 gennaio, alle ore 14,30 presso il Tribunale di Salerno, il presidio organizzato dal “Comitato Salute e Vita”, in concomitanza con l’udienza del processo che vede imputato il signor Luigi Pisano, responsabile legale dell’omonima fonderia. Tra i capi d’imputazione di cui Pisano deve rispondere, la mancata osservanza di norme per la sicurezza dei lavoratori ed, “anche per via di un vetusto ed inadeguato sistema di captazione dei fumi di produzione” l’emissione di fumi contenenti polveri di natura cancerogena (“materiale particellare a base di piombo e cadmio, composti organici volatili (COV) contenenti, tra l'altro, monossido  di carbonio, anidride carbonica, solventi aromatici, anidride solforosa”) provenienti dall’impianto dichiarato “assolutamente  incompatibile con il contesto urbano nel quale è inserito", della mancata osservanza di norme per la sicurezza dei lavoratori e della emissione di fumi contenenti polveri di natura cancerogena, come ricorda il Comitato.

Lo scopo del presidio è vigilare sulla condotta del legale della famiglia Pisano, l'avvocato Scarlato, il quale già nel mese di giugno 2014 aveva dichiarato che il proprio assistito sarebbe stato disposto al patteggiamento, ma che poi nell’udienza di settembre dello stesso anno ha fatto leva sulle precarie condizioni di salute dell’imputato, il quale sarebbe stato impossibilitato a firmare la procura speciale al legale. "Non è la prima volta che, adducendo motivi legati alla età avanzata di Luigi Pisano, il legale sottrae l’imputato dinanzi alle proprie responsabilità. Responsabilità gravi - continuano - in termini di reati ambientali già accertate per il passato e per il quale Pisano ha già patteggiato in altri processi. Il primo, conclusosi con le sentenza N. 415/2007 del Tribunale di Salerno ha confermato la responsabilità per: abbandono di rifiuti speciali pericolosi, scarico di acque industriali nel fiume Irno e senza essere in possesso dell’autorizzazione,  superamento dei limiti soglia per piombo, rame e zinco, scarico sul suolo di acque meteoriche miste alle polveri derivanti dall’attività prodotta, realizzazione  d’impianti  produttori  di  fumi  in  atmosfera  senza  essere  in  possesso dell’autorizzazione prevista ed emissioni di gas e polveri atti a molestare le persone presenti in zona", spiegano.

"Ciò che colpisce è che, nonostante tutto questo, il modus operandi dei dirigenti della fonderia non cambia. Soltanto ieri si è assistito all’ennesimo caso di emissioni sospette dall’odore impregnante e nauseabondo provenienti dall’opificio, per le quali sono state anche allertate le forze dell’ordine che si sono recate sul luogo - aggiungono - Esortiamo tutta la cittadinanza a rendersi parte attiva in questa battaglia che coinvolge decine di migliaia di persone che vivono tra la Valle dell’Irno ed il centro di Salerno. E’ necessario vigilare sul (mancato) operato delle istituzioni locali, in primis Comune di Salerno e ASL, che in tutti questi anni si sono fatti forti della mancanza di una coscienza comune della popolazione", concludono dal Comitato.

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