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Cronaca

Uomo arrestato per riciclaggio: sequestrati beni per 40 milioni di Euro

Tre persone sono finite agli arresti domiciliari, tra cui il nipote del boss. La guardia di finanza ha sequestrato beni per un valore di 40 milioni di Euro

Svuotava società per sottrarre i beni e le disponibilità finanziarie, schermando il tutto con nuove aziende intestate a prestanome, per salvarli dalle procedure di fallimento. Un 56enne già noto alle forze dell'ordine, nipote di un boss, arrestato in Argentina nel 1997, è stato tratto in arresto questa stamattina, insieme ad altre due persone ritenute prestanome, con l'accusa di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.

L'operazione, denominata Clean Coast ed eseguita dagli uomini del comando provinciale della guardia di finanza del comando provinciale di Salerno, agli ordini del generale di brigata Salvatore De Benedetto, dai finanzieri dello Scico di Roma e dai colleghi della compagnia di Agropoli, ha portato al sequestro di appartamenti, terreni, aziende e quote societarie per un valore di 40 milioni di Euro. L'operazione ha interessato i territori di Agropoli, Castellabate e Torchiara.

TRE AI DOMICILIARI - Nel dettaglio, l'arrestato ed altri due uomini, Antonio Piccirillo e Vincenzo Giannella, sono stati posti agli arresti domiciliari al termine di indagini iniziate nel settembre del 2010. A  loro carico gli inquirenti contestano ipotesi di reato di concorso di persone nel trasferimento fraudolento di valori nonché riciclaggio. Gli inquirenti hanno evidenziato finanziamenti pubblici illecitamente percepiti da parte delle imprese coinvolte nell'indagine per un totale di 3.234.810 Euro e plurime distrazioni dal patrimonio di società successivamente dichiarate fallite per circa 1 milione di Euro.

SPROPORZIONE TRA REDDITI DICHIARATI E SPESE SOSTENUTE - I flussi della ricchezza illecitamente conseguita, riferiscono i finanzieri, erano stati "spacchettati" in diverse direzioni, tutte però riconducibili all'uomo, nonostante le intestazioni ai prestanome. I finanzieri, oltre ad evidenziare la totale dipendenza dei prestanome dal nipote del boss, hanno inoltre evidenziato una notevole sproporzione tra quanto dichiarato a livello reddituale dei prestanome e le spese da loro sostenute annualmente per l'acquisto di appartamenti, quote societarie et c.

RICICLAGGIO - Gli inquirenti hanno quindi accertato il riciclaggio, attraverso le attività del gruppo imprenditoriale, di denaro proveniente da reati fallimentari o dall'indebito percepire finanziamenti pubblici; è stato inoltre ricostruito il patrimonio dell'imprenditore, del suo nucleo familiare e delle società riconoducibili ai soggetti prestanome ed è stata accertata la fittizia intestazione ed attività economiche di ingente valore; infine, sono state scoperte le modalità di occultamento dei flussi economici che finanziavano le attività imprenditoriali. In particolare, riferiscono i finanzieri, sono state esaminati i movimenti su più di venti conti correnti ricostruendo i flussi finanziari transitati sui medesimi per 84 milioni di Euro.

SEQUESTRO PER 40 MILIONI DI EURO - E' scattato quindi il sequestro per equivalente, che nel dettaglio ha interessato 77 appartamenti, 11 terreni, 25 locali/opifici, 24 tra autoveicoli e motoveicoli. Bloccate inoltre 57 polizze assicurative. L'ammontare del sequestro è di 40 milioni di Euro mentre è in corso di quantificazione il sequestro, disposto dagli inquirenti, di numerosi conti correnti.

TREDICI INDAGATI - "Complessivamente - riferisce la guardia di finanza - le persone indagate sono 13 per i reati di cui agli artt. 110 c.p. art.12 quinquies della Legge 356/1992 (Trasferimento fraudolento di valori); art.648 bis c.p.(Riciclaggio); art. 23 (Consenso) e 167 (Trattamento illecito di dati) del D.L.vo 196/2003 in materia di protezione dei dati personali; art.379 c.p. (favoreggiamento)".

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