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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Roccapiemonte

La "cricca" del giudice Pagano: indagini chiuse con 21 persone

Secondo la ricostruzione della procura di Napoli, Mario Pagano avrebbe garantito «esito favorevole nelle cause civili in cui erano coinvolti imprenditori ai quali era legato da consolidati rapporti di amicizia»

Chiuse le indagini per le presunte sentenze pilotate. Per il "caso Pagano", i pm napoletani Ida Frongillo e Celeste Carrano hanno firmato la conclusione delle indagini per ventuno persone. Nell'elenco compaiono due nomi in più, quelli del giudice Mario Pagano (magistrato del Tribunale di Salerno e Potenza e, fino all'arresto ai domiciliari, in servizio a Reggio Calabria) e del funzionario di cancelleria Nicola Montone (suo cognato), per completezza del capo di imputazione rispetto agli altri indagati: i due, infatti, sono già sotto processo in quanto il gip Luisa Toscano - alcune settimane fa - ha accolto la richiesta del giudizio immediato con l'udienza fissata il prossimo 16 aprile. I ventuno indagati che rispondono in concorso sono invece Carmine Pagano (fratello del giudice e sindaco di Roccapiemonte), gli imprenditori della sanità privata Luigi Celestre Angrisani (ritenuto il titolare di fatto della casa di cura Angrisani-Villa dei Fiori) e la compagna Irene Miceli; Giovanni Di Giura e Riccardo De Falco (soci e comproprietari delle case di cura Silba-Villa Silvia e Materdomini), Roberto Leone (rappresentante legale della Royal Trophy) e, ancora, Eugenio Rainone, Renato Coppola (dipendente pubblico ritenuto factotum di Mario Pagano), Luigi Grimaldi, Assunta Ingenito, Filippo Romano, Peppino Sabatino, Gennaro Saviano, Giovanni Scarano, Giacomo Sessa, Gerarda Torino ed Ermelinda Aliberti. Indagini chiuse anche per il got Augusta Villani e il giudice di pace Davide Palladino, l'avvocato Giovanni Pagano e il commercialista salernitano Antonio Piluso. Secondo la ricostruzione della procura di Napoli, che è stata riassunta nelle circa trenta pagine del provvedimento di conclusione delle indagini preliminari, Mario Pagano avrebbe garantito «esito favorevole nelle cause civili in cui erano coinvolti imprenditori ai quali era legato da consolidati rapporti di amicizia». 

Le accuse

Per gli inquirenti, il giudice - in cambio del suo impegno affinchè le cause relative ad imprenditori amici fossero assegnate a lui e garantire così un esito favorevole a questi ultimi - avrebbe ricevuto regali (orologi come Rolex, Submariner, Breguet) e somme di denaro a beneficio della società Polisportiva Rocchese, della quale Pagano sarebbe responsabile diretto e tramite congiunti (come il fratello Carmine). E, ancora, in altri casi, forniture varie (cucine e climatizzatori) a beneficio di un agriturismo di Roccapiemone riferibile allo stesso magistrato, ritenuto quale contitolare di fatto della "Eremo" proprietaria della struttura. La società in questione avrebbe ricevuto un finanziamento di 300mila euro a fondo perduto. I pm giudicano l'operazione come truffaldina, in quanto sarebbero emerse operazioni fittizie con l'apparente costituzione del capitale sociale e false fatture relative all'acquisto di materiali e forniture. 

I "favori" agli amici del giudice

Per le sentenze "pilotate", invece, molte sarebbero state quelle a favore di Angrisani e la compagna Miceli (in cui era parte in causa la casa di cura Angrisani - Villa dei Fiori srl e di cui Angrisani è il titolare di fatto e la compagna Miceli socia con quota azionaria pari al 33,33%); e, ancora, le pronunce in favore di De Falco e Di Giura in cui era parte la Silba Spa, casa di cura Villa Silvia e la Materdomini. E, ancora, per Leone della Royal Trophy (fornitrice del materiale sportivo della Rocchese) e per l'amministratore unico della "Natura Mediterranea srl", Grimaldi. Tra gli amici del giudice Pagano, figura anche l'imprenditore Rainone, che per la procura sarebbe stato favorito in un contenzioso in cui era parte la Costruzioni Generali Rainone. 
 

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