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Cronaca

L'inchiesta di Fanpage e il giallo che viaggia da Napoli a Salerno

I due incendi a Napoli e Cava de' Tirreni arricchiscono il giallo dopo l'inchiesta video del giornale napoletano. L'analisi di SalernoToday sulle due inchieste che abbracciano le due province a meno di una settimana dalle elezioni

Elezioni, incendi, dimissioni e due città, Napoli e Salerno, unite da un'inchiesta giornalistica. A due giorni dal rogo che ha distrutto il noto Bar Rosa a Cava de' Tirreni aumentano solo gli interrogativi mentre le risposte, inevitabilmente, restano le stesse di prima. Esiste un piano per intimidire il lavoro fatto dal giornale web napoletano, Fanpage? Dobbiamo ragionare su presunti messaggi trasversali o sono fatti del tutto casuali e non legati tra loro? Saranno gli inquirenti a dirlo. Da una parte c'è la Procura di Napoli, che indaga sul caso "Sma" già precedente alla video inchiesta di Fanpage e la gestione dello smaltimento rifiuti in Campania (sono quattro le indagini secondo Il Mattino), dall'altro il lavoro delle forze dell'ordine in provincia di Salerno, a Cava, con il bar della famiglia Benincasa andato distrutto domenica notte. Il figlio dello storico titolare, Carmine, è tra i giornalisti che ha collaborato all'inchiesta "Soldi insanguinati", ma è anche quello che in prima persona venne a Nocera Inferiore, a giugno, a filmare un blocco di schede elettorali nel comitato di un candidato al consiglio comunale. E a raccogliere, con tanto di censura al volto, l'ammissione di un elettore che dichiarò di aver votato dietro un corrispettivo di 50 euro. Due mesi dopo, la Procura Antimafia di Salerno arrestò tre persone (la quarta a gennaio), tra le quali un ex boss della camorra, due candidati al consiglio comunale ed un ex vicesindaco. Tutto per scambio elettorale politico-mafioso. Il video di Fanpage fu inserito nel fascicolo che i magistrati salernitani avevano aperto più di un anno fa, al fine di verificare se l'ipotesi di corruzione elettorale - già individuata per conto proprio - si sia potuta estendere anche altrove. In questo caso, il video di Fanpage è un di più che, in termini investigativi, potrebbe fornire nuovi spunti

I filoni investigativi

Della stessa importanza e valore il lavoro giornalistico svolto dalla redazione di Fanpage tra Napoli e dintorni, così come nel Nord Italia (testimoniato dalle anteprime delle prossime puntate). Eppure, a meno di una settimana dalle elezioni - molto sentite come è ovvio che sia anche in una regione come la Campania - a tenere banco sono questi due episodi di fuoco. Il primo, datato 23 febbraio, registra un incendio che danneggia a Napoli una parte dell'abitazione della cognata di Francesco Piccinini, direttore della testata web. Domenica scorsa, invece, viene distrutto il bar della famiglia Benincasa (tra il proprietario e la seconda vi era un contenzioso, il cui esito pare sia risultato favorevole alla famiglia originaria di Nocera Inferiore). I giornalisti napoletani restano sereni e vigili - come dice il loro direttore - e aspettano verifiche dagli inquirenti, senza fare pericolose congetture. Ma il lavoro della magistratura e soprattutto, quello dei giornali, prosegue. L'inchiesta "Bloody Money" firmata da Fanpage ha portato alle dimissioni di esponenti politici (tra tutti il figlio del governatore, Roberto De Luca), tecnici e intermediari, spingendo i magistrati ad iscrivere nel registro degli indagati molti di questi protagonisti. La politica, toccata nella carne da questa indagine sia a Napoli che in provincia di Salerno, parla poco. Qualcosa però si muove timidamente, come dimostra la richiesta di Simone Valiante (PD), inoltrata direttamente al Ministro dell'Interno, Marco Minniti, con la quale sollecita - ove opportuno - un programma di "protezione per questi ragazzi". Tutto questo ad una settimana dalle elezioni, con due città e province, Napoli e Salerno, che si toccano per più di un punto in comune. Gli ingredienti del giallo ci sono tutti, con ogni singolo video, episodio e reazione che racconta una storia sempre diversa 
 

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