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Cronaca

Morto per una trasfusione sbagliata: condannati medici ed un tecnico

Importante pronuncia della Cassazione: "Quando si tratta di trasfusioni il personale sanitario che assiste il paziente che riceve le sacche ematiche, deve controllare che il sangue trasfuso sia del gruppo giusto e non darlo per scontato"

Una sentenza che farà giurisprudenza. La Cassazione ha confermato la condanna per omicidio colposo nei confronti di un tecnico del servizio trasfusioni e di un medico dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno. Il caso riguarda il decesso di un paziente deceduto nel luglio del 2009, per il quale l'equipe medica decise per una trasfusione con una sacca di un gruppo sanguigno sbagliato. Al primo imputato si contestava di aver "innescato il processo di utilizzazione di sacche ematiche destinate ad altro paziente e invece consegnate ad un infermiere per un paziente con gruppo incompatibile". In pratica, all'uomo ricoverato per la riprotesizzazione dell'anca, arrivò il sangue sbagliato e quando i medici si accorsero che le sue condizioni peggioravano, decisero di continuare con la trasfusione. Provocandone il decesso.

Sotto processo ci erano finiti anche un anestesista e un ortopedico. Seppur la loro posizione sia stata prescritta, i giudici hanno sottolineato che loro stessi avevano omesso di controllare le caratteristiche delle sacche trasfuse e la loro compatibilità con il paziente. «Quando si tratta di trasfusioni, tutto il personale sanitario - che assiste il paziente che riceve le sacche ematiche - ha il dovere di controllare che il sangue trasfuso sia del gruppo giusto, senza dare per scontato che il collega che lo ha preceduto se ne sia sincerato», scrivono i giudici della Cassazione che nella loro pronuncia, hanno confermato la sentenza di condanna del tribunale di Salerno.

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