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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Truffe nel settore degli autotrasporti, 5 persone in carcere: ci sono anche tre campani

Alcuni dei coinvolti hanno già precedenti, essendo stati già indagati nell'inchiesta "Big Boat", condotta dalla Procura di Nocera Inferiore, con le medesime accuse

Ci sono anche tre campani, di Pompei, Salerno e Nocera Inferiore, nella maxi indagine condotta nella città di Verona su di un'associazione a delinquere che avrebbe truffato diverse aziende nel mercato dei trasporti su gomma. Cinque le persone finite in carcere.

L'inchiesta

Alcuni dei coinvolti hanno già precedenti, essendo stati già indagati nell'inchiesta "Big Boat", condotta dalla Procura di Nocera Inferiore, con le medesime accuse. I reati, in questo caso, sono oltre che di associazione a delinquere, anche di truffa, appropriazione indebita, ricettazione e riciclaggio. Prestanomi, autisti occasionali e prezzi che servivano a sbaragliare la concorrenza, puntavano a danneggiare il mercato dei trasporti su gomma e le aziende impiegate in quello specifico settore. L'inchiesta è partita da una ditta che versava in difficoltà economiche, alla quale era stato prospettato di potersi riprendere - attraverso l'uso di prestanome - fino a risanare il proprio deficit. Le persone coinvolte nell'inchiesta si sarebbero poi proposti sul mercato esibendo prezzi nettamente inferiori, chiedendo la metà, rispetto alla concorrenza, alle ditte che avevano bisogno di personale per il trasporto della merce. Dal cliente si presentavano con una bolla di trasporto valida, ma il carico non arrivava mai a destinazione. Spariva durante il tragitto. Quella recuperata dalla polstrada è risultata avere un pari a 400mila euro circa. Il gruppo avrebbe fatto leva sul nome della ditta, conosciuta nel settore dei trasporti, per poter rassicurare comprati e investitori. In cambio di quell'aiuto, la ditta avrebbe dovuto intestare tutto ad un prestanome. La prima operazione, quella che ha condotto all’arresto dei cinque uomini, ha riguardato diversa merce come cosmetici, generi alimentari e materia prima plastica, pellet di plastica, per un valore di circa 150 mila euro. La seconda, invece, ha visto il recupero di gruppi elettrogeni e materiale ferroso pregiato per un valore di circa 250 mila euro. 

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