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Cronaca

Prima pentiti e poi estorsori: condannata una coppia

I due, diventati in passato collaboratori di giustizia, erano accusati di usura e tentata estorsione. Il tribunale li ha condannati entrambi in primo grado

Si chiude in primo grado il processo tra collaboratori di giustizia, con un'accusa di tentata estorsione consumat in concorso da A.P. e dalla moglie L.P. , in precedenza domiciliati sotto il servizio centrale di protezione. Il collegio del presidente Rossetti ha condannato entrambi alla pena di 2 anni e 4 mesi di carcere. Le indagini presero forma dopo le dichiarazioni dell'ex boss e pentito Vincenzo Greco, alias "O' Zombie", insieme alla testimonianza della vittima. Quest'ultimo, sarebbe stato costretto a pagare interessi di cento euro ogni mille euro al mese prestati, con una cifra totale di 4000 euro. Stando alle indagini del pubblico ministero Maurizio Cardea della Procura Distrettuale Antimafia, che ha escluso per entrambi nella sua richiesta l'aggravante mafiosa, quando la vittima diceva alla donna di non poter pagare, lei lo faceva parlare con P. , che avrebbe preso a minacciarlo più volte: "Non farmi prendere collera", intimandogli di pagare quanto prima. E sfruttando "quell'aura criminale" legata alla sua appartenenza al clan Greco. La Procura contestava ai due anche il reato di usura, dove ai quattromila euro dati alla vittima si aggiungevano ducecentomila euro, con interesse pattuito di tasso usuraio non accertato, imprestati nei confronti della titolare di un negozio ad Angri. P. avrebbe richiesto più volte i soldi alla vittima, con visite continue presso il suo l'esercizio commerciale. Ieri la condanna in primo grado, con la procura che aveva chiesto 1 anno e 6 mesi per entrambi. 

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