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Cronaca Sarno

Minacciato per cedere l'attività, ma al giudice mente: va a processo per falso

Per la Procura L.C. avrebbe mentito, perché spiegò di aver concesso volontariamente il pascolo a Vitolo, senza alcuna intimidazione. Ma anni prima aveva riferito l'esatto contrario

Costretto a cedere un fondo e il pascolo delle sue mucche: ma davanti ai giudici nega tutto. Ora sarà processato per falsa testimonianza L.C. , 57enne, rinviato a giudizio per aver dichiarato il falso in un processo contro Emiddio Vitolo, accusato di estorsione con metodo mafioso. Il processo contro quest’ultimo era scaturito da un’indagine dell’Antimafia su imposizioni subite da imprenditori edili. Lui e altri avrebbero minacciato diverse persone per conto dei clan della zona.

La falsa testimonianza

Per la Procura L.C. avrebbe mentito, perché spiegò di aver concesso volontariamente il pascolo a Vitolo, senza alcuna intimidazione. Durante la deposizione parlò anche di una lettera ricevuta dallo stesso, giudicata come "segno di pace". Evidenti le contraddizioni con quanto riferito il 7 giugno 2012, quando per quello stesso documento l’uomo ne definì il contenuto «inquietante». L’episodio nel quale fu contestato il reato di falso risale al 4 luglio 2013, data nella quale l’uomo testimoniò dinanzi al collegio. Nella fase preliminare dell’indagine su Vitolo, l’uomo aveva spiegato di aver dovuto cedere la sua attività, terreno compreso, per la paura di ritorsioni provenienti. Per lui si profila ora l’inizio di un processo nel quale sarà chiamato a spiegare il suo cambiamento di versione. Tesi che ha convinto anche il Gip, che lo ha rinviato a giudizio come chiesto dal sostituto procuratore Roberto Lenza.

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