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Cronaca Scafati

Scafati, Aliberti torna libero e si sfoga: "In carcere ho pregato per chi mi ha ferito"

L'ex primo cittadino ringrazia pubblicamente la moglie, i figli, gli avvocati e gli amici per la loro vicinanza. Nessun commento politico sulla gestione attuale della città

Dopo la decisione del tribunale di Nocera Inferiore di concedergli la libertà con divieto di dimora e Scafati e comuni limitrofi, l’ex sindaco Pasquale Aliberti “accoglie con gioia” la revoca degli arresti domiciliari e, tramite i social network, si rivolge alla sua famiglia e agli amici.

Lo sfogo

Sul suo profilo Facebook l’ex primo cittadino scrive: “E’ la dimostrazione che i processi si fanno solo nelle aule giudiziarie dove è possibile poter dimostrare la propria innocenza anche dopo anni e anni di indagini e denunce. Un grazie ai miei avvocati Silverio Sica e Giuseppe Pepe". Aliberti era ai domiciliari a Praia a Mare, dopo aver trascorso un periodo in carcere, per aver violato gli obblighi quando era agli arresti a Roccaraso.“È stato un anno drammatico: trasferito tra il carcere di Fuorni e quello di Sulmona con arresti domiciliari fuori regione prima in Abruzzo e poi in Calabria”. Poi parla di sua moglie, la consigliera regionale Monica Paolino: “Ho trovato tanta forza nel coraggio di mia moglie Monica che mai si è persa d'animo nascondendomi ogni momento difficile che ha dovuto attraversare anche in solitudine. Ha lottato con gli avvocati, è restata lì fuori al carcere in Abruzzo nella speranza di avere una notizia su di me, ha percorso chilometri e chilometri senza mai abbandonare la speranza, è stata sola quando tanti sono scappati: la forza del nostro amore. E - aggiunge - quanta forza abbiamo dovuto tirare fuori dal pianto e dai silenzi dei nostri gioielli Nicola e Rosaria che hanno conservato la loro dignità davanti alla violenza di una certa stampa o quando da soli venivano a trovarmi in carcere perché c'era un divieto d'incontro anche con la mia famiglia. Ci guardavamo negli occhi e fingevamo di essere forti e che tutto sarebbe finito : ognuno di noi capiva che l'altro fingeva ma bisognava andare avanti”.

Il politico scafatese, poi, si rivolge agli amici: “Ho trovato la forza anche grazie all'affetto e la vicinanza grande che mi avete mostrato in tanti modi, che ho percepito dalle cose che Monica mi raccontava, dalle cose che ho letto nelle vostre lettere e che in queste ore sto scoprendo qui sui social. Siete stati di una umanità infinita, persone che conoscevo e tanti che non ho mai incontrato nel percorso della mia vita. Ho pregato molto, soprattutto per coloro che con l'odio le bugie e la loro violenza mi hanno procurato ferite sanguinanti che saranno segnate da cicatrici che per sempre porterò nel cuore. Auguro a loro di governare Scafati con la stessa passione con cui ho provato a farlo io grazie al vostro consenso. Me lo auguro per i miei figli che voglio e spero restino scafatesi per la vita”. Infine Aliberti precisa che della sua vicenda giudiziaria “parlerò solo in Tribunale davanti alla Corte insieme ai miei avvocati".  Nessun giudizio sul governo della città da parte dei commissari perché "è già sufficiente il vostro che sto leggendo qui su Fb. Teniamoci in contatto - conclude Aliberti - oltre la politica, anche per una chiacchiera o un confronto su temi che ci stanno a cuore e che possono aiutarci a crescere, a vivere, a diventare migliori”.

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