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Cronaca Scafati

Scafati, morì insieme ai due gemellini: quattro medici rischiano la condanna

Due anni di reclusione quelli chiesti dal pubblico ministero per 4 medici, mentre sentenza di assoluzione per il ginecologo di famiglia. La sentenza a giugno

Quattro condanne quelle chieste dal pubblico ministero per la tragedia avvenuta alla 25enne di Angri, Maria Rosaria Ferraioli, deceduta all’ospedale di Scafati il 24 aprile 2011, insieme ai suoi due gemellini in procinto di nascere. Due anni di reclusione quelli chiesti dal pubblico ministero per 4 medici, mentre sentenza di assoluzione per il ginecologo di famiglia. Nella sua requisitoria, la pubblica accusa ha spiegato che non vi sono prove che possano spingere ad una condanna degli attuali cinque imputati per la morte della giovane madre. Mentre ci sono quelli per il decesso dei due gemellini, nati praticamente senza vita. La sentenza il prossimo 14 giugno. La donna morì insieme ai due figli, per quell’ascesso divenuto poi fatale.

Gli "errori" dei medici

I primi controlli sulla 25enne furono effettuati dal ginecologo di fiducia. Le indagini del sostituto procuratore Elena Guarino gli contestarono l'aver trattato con superficialità un ascesso alla radice della coscia destra presentato dalla ragazza. Ma quel segno - secondo gli avvocati di parte civile - era già stato trattato un mese e mezzo prima. Ma la cura prescritta dal ginecologo non fu "corretta e tempestiva": al posto di un antibiotico che fosse più efficace, quell'ascesso fu trattato con un gel e impacchi di camomilla. La terapia non portò alcun beneficio e la ragazza, dopo due giorni, andò in ospedale. Al Mauro Scarlato di Scafati, che dopo la tragedia, fu chiuso. Al presidio a Maria Rosaria Ferraioli fu praticata una prima incisione con drenaggio. L'intervento fu deciso a seguito di un consulto telefonico con il ginecologo di turno in ospedale, senza che a questo seguissero i controlli, tra esami ed ecografie, sullo stato di salute dei due gemellini. Dalle indagini e dalla perizia del medico legale, questo avrebbe portato i medici a trasferire la paziente in una struttura per il trattamento di bimbi prematuri. In serata Maria Rosaria fu colpita da uno choc settico che non le lasciò scampo. Anche stavolta, nel far nascere i piccoli, i medici sarebbero intervenuti in forte ritardo con il taglio cesareo. 

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