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Cronaca Scafati

Scafati, accusato di aver favorito la latitanza di un boss: ma il reato è prescritto

Un 40enne di Scafati è stato assolto per l'accusa di detenzione di armi e ricettazione, con sentenza di prescrizione per l'accusa che lo vedeva aver favorito la latitanza del boss di Messina, Giuseppe Mulè. Le motivazioni dei giudici entro 90 giorni

Era accusato di detenzione di armi e ricettazione, ma anche di aver favorito la latitanza del super boss siciliano Giuseppe Mulè, morto poi in carcere dopo diversi anni in regime di 41 bis. Se per le prime due accuse è stato assolto per assenza di prove, nel terzo caso, invece, è intervenuta sentenza di prescrizione. Questo l'esito della sentenza pronunciata dal tribunale di Nocera Inferiore per Andrea Spinelli, 41enne di Scafati finito coinvolto nella maxi inchiesta ribattezzata "Transalp", che la Dda condusse nel 2007 su di un giro di estorsioni gestito dal boss Franchino Matrone. Dopo la cattura di Mulè, l'Antimafia denunciò Spinelli per favoreggiamento, essendo lui il titolare dell'immobile in via Leonardo Da Vinci dove si nascondeva il boss. A finire in carcere fu invece la ex compagna di Spinelli. Il boss fu arrestato la sera dell'8 dicembre, nonostante avesse tentato di fuggire da quella casa gettandosi dalla finestra. Si trovava al secondo piano. Ne uscì illeso, ma i carabinieri lo arrestarono in pochi secondi. Spinelli, invece, non era in casa

Il blitz fu coordinato congiuntamente dai carabinieri del comando provinciale di Messina e da quelli della tenenza di Scafati, all'epoca retta dal comandante Gianpaolo Scafarto. A bloccare Mulè fu proprio un maresciallo del nucleo operativo siciliano. Il boss era ricercato dal 28 settembre scorso, dovendo scontare una sentenza di ergastolo per accuse quali omicidio, detenzione, estorsione, lesioni personali, minacce e detenzione e porto abusivo d'armi. Anche da latitante, secondo le indagini dell'Antimafia, il boss avrebbe continuato a gestire il racket delle estorsioni attraverso dei suoi contatti attivi nella città di Messina. Spinelli, difeso dall'avvocato Antonio Boffa, è stato assolto per le accuse di detenzione di armi (la pistola che era in quell'appartamento era di Mulè) e ricettazione, con sentenza di prescrizione intervenuta invece per l'accusa di favoreggiamento. Secondo la Procura, sarebbe stato proprio lo scafatese il tramite per l'arrivo nell'Agro Nocerino del boss

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