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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"No alla privatizzazione”: scatta lo sciopero dei lavoratori di Poste Italiane

Marco Vincenzo (Cisl): "Contestiamo il progetto di privatizzazione del Ministero dell'Economia, in quanto con la sua uscita definitiva dall'azionariato di Poste Italiane muta completamente gli assetti societari e il controllo pubblico"

Indetto uno sciopero nazionale che si terrà a carattere regionale, per l’intera giornata del 4 novembre per protestare contro la privatizzazione delle Poste Italiane e per difendere il futuro dei dipendenti e la salvaguardia della qualità del servizio. La Slp Cisl di Salerno è pronta a partecipare alla  mobilitazione: circa 1000 i lavoratori della provincia salernitana che prenderanno parte al presidio di Napoli, dove è prevista la presenza di circa 5mila lavoratori, provenienti da tutta la regione Campania. La partenza con pullman ed altri mezzi è prevista alle ore 8  da Salerno, dall’ingresso della tangenziale di Pastena. A Napoli, quindi, il concentramento alle ore 9,30 a piazza Mancini e con corteo di arrivo a piazza Matteotti. Comizio finale, dunque, dei segretari di categoria Slc Cgil, Slp Cisl, Failp, Cisal, Confsal Com e Ugl.

Contestiamo il progetto di privatizzazione del Ministero dell'Economia, in quanto con la sua uscita definitiva dall’azionariato di Poste Italiane, muta completamente gli assetti societari e il controllo pubblico in Poste Italiane. Con questa azione si perde l’unicità aziendale e in più Poste Italiane si svende!. Per questo deve rimanere a maggioranza pubblica”, ha detto Marco Vincenzo, segretario generale della CISL Lavoratori Poste Salerno. “Poste italiane è una eccellenza dei servizi del nostro Paese. In 20 anni da carrozzone di Stato è diventata  una prospera  azienda con floridi ed attivi bilanci. Piuttosto si utilizzino gli utili di bilancio per rendere più efficienti i servizi e le condizioni di lavoro-  spiega il leader dei lavoratori postali salernitani- In molte regioni  il servizio è in affanno e la situazione potrebbe peggiorare con l'avvio della distribuzione a giorni alterni prevista nel piano di riorganizzazione dell’azienda. C’è anche da garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. Queste sono le motivazioni che ci hanno indotto a lanciare una fase di forte mobilitazione”, conclude Vincenzo.
 

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