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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Vallo della Lucania

Scuola senza presepe a Vallo, il preside replica al sindaco Aloia: "Falsità, sua ingerenza immotivata"

Il dirigente scolastico si difende dalle critiche giunte dal primo cittadino che, nei giorni scorsi, aveva ricevuto delle lamentele da parte dei genitori degli alunni

Arriva, seppur con qualche giorno di ritardo, per via di “numerosi adempimenti d’ufficio e non desiderando rinfocolare la diatriba”, la risposta del dirigente scolastico della Direzione Didattica di Vallo della Lucania Nicola Iavarone alla lettera invitagli dal sindaco Antonio Aloia rispetto alla sua presunta decisione di non allestire l’albero e il presepe all’interno della scuola da lui diretta.

La risposta

Iavarone chiarisce subito la sua posizione: “Preciso subito che la polemica è fondata sul nulla assoluto. Mai, in nessun modo, lo scrivente ha impartito ai docenti della scuola che dirige prescrizioni o divieti sul tema della celebrazione del Natale. Né quest’anno qui, né gli scorsi anni altrove. Nessun documento risulta a protocollo; nessun avviso risulta pubblicato all’albo di Istituto e/o sul sito istituzionale dove pure sono pubblicati tutti gli atti gestionali del dirigente scolastico, in maniera più che trasparente. Nessuna istruzione è stata comunicata oralmente a chicchesia; nessuna delibera/ratifica/presa d’atto emerge dai verbali di Collegio dei Docenti, Consiglio di Istituto, Consigli di Classe/Sezione, Staff ecc.. Punto”.

Insomma, le voci arrivare al primo cittadino da alcuni genitori degli alunni sono infondate. “Quanto al presepe, soltanto oggi ho appreso, per puro caso, che lo scorso anno scolastico un presepe, costruito a casa propria da un collaboratore scolastico già addetto alle fotocopie, è stato allestito in loco da una collaboratrice scolastica; ma al momento questa e quello sono rispettivamente in congedo e in pensione. Preciso però che se qualcuno mi avesse comunicato la volontà di installarlo ne avrebbe ricavato un convinto placet, non foss’altro che per il valore altamente culturale che la rappresentazione artistica della natività da sempre riveste”. E ancora: “Anzi -aggiunge Iavarone -  più volte interpellato in materia di addobbi, ho sempre demandato la questione alla libera decisione dei singoli docenti, come peraltro attesta il documento stilato dalle insegnanti della scuola primaria che allego con l’intento di certificare, alle famiglie in primis, che questa Istituzione rispetta la tradizione culturale, la pluralità di vedute, la libertà di insegnamento”.

Per quanto riguarda, invece, altri simboli del Natale, “vero è che ho provveduto a far rimuovere un cartonato con l’effigie di Babbo Natale (che non è propriamente un simbolo del Cristianesimo), posizionato a mia insaputa sulla facciata esterna tra la bandiera nazionale e quella europea, parendomi bizzarro ridurre a sintesi unitaria siffatta triade simbolica. Nessun altro decoro, pur improvvidamente collocato sulla balconata il cui accesso era stato interdetto per motivi di sicurezza, è stato rimosso. Non ho vietato alcuna recita, bensì un unico spettacolo, previsto per la Scuola dell’Infanzia e centrato sulla storia di Babbo Natale, semplicemente perché la compagnia di attori prescelta dalle insegnati proponenti non poteva rilasciare fattura e, ancor peggio, non era possibile controllarne il relativo Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva)”.

Poi il dirigente scolastico si rivolge direttamente sindaco chiedendogli “su quali dati fattuali basa le proprie affermazioni. Lascio di ritenere la sua un’ingerenza immotivata. Ma, seppure non emergesse deliberato intento denigratorio, la diffusione a mezzo stampa della menzionata lettera ha determinato il frenetico rincorrersi di offese rivolte al sottoscritto da un gran numero di commentatori ignari dei fatti ma non, appunto, di ingiurie. Non era difficile prevedere tutto ciò. Tanto più che tutto l’impianto è sfondato, o meglio fondato su vaghi “dicunt”, “narrant” ecc.. Sarebbe bastato chiedere spiegazioni direttamente al sottoscritto; il quale, per inciso, appena ricevuta dal messo comunale la nota, ha cercato invano di telefonare al sindaco per ben tre volte. Prima ancora che un servitore dello Stato, mi ritenevo infatti un vallese, amministrato anch’io dal sindaco Aloia al quale legittimamente cercavo di chiedere tutela. Niente da fare, squilli a vuoto. Un’unica risposta: la gogna mediatica”.

Iavarone ci va giù duro: “È ovvio che, lungi dall’incarnare la carità della fede cristiana di cui leggevo discettazione sì dotta, la pubblicazione della missiva ha comportato l’esposizione al pubblico ludibrio di un funzionario, di un cittadino e di un padre che, dopo di ciò e in forza di ciò, non avrà certamente vita più agevole di quella che aveva prima nell’opinione pubblica e, Dio non voglia!, nella comunità di cui è orgogliosamente parte. Di fatto, sui social il periodo è propizio a cavalcare l’onda della divisione manichea che schiera da un lato i sedicenti difensori della fede (e del presepe) e dall’altro l’asserito feroce saladino, ritenuto - in quanto tale - nemico di duemila anni di storia. Tifo da stadio, che nel lancio di insulti irripetibili coinvolge molti; tranne, beninteso, gli esperti di ordinamento giuridico scolastico. Polemica quasi certamente strumentale, di facile leva visto che sfiora, ancorché pretestuosamente, l’argomento della laicità dell’istituzione scolastica. Un bailamme di protagonismi che, alla fine, avrà comportato per chi lo ha fomentato la ribalta nazionale, in genere gradita solo a chi è in cerca di consenso politico. Insomma una bega in cui per ora non mi immischio, riservandomi di valutare i rimedi opportuni contro gli eccessi diffamatori. Ma, francamente, sono molto dispiaciuto. Non tanto per me, quanto per l’inevitabile, consequenziale, turbamento dell’animo di una bambina che nel Natale prossimo sperava di ritrovare gioia e serenità”.

Tanto clamore, secondo il dirigente scolastico, “può causare un danno d’immagine alla scuola, proprio nel delicato momento che precede le iscrizioni per il prossimo anno. E sicuramente distoglie l’attenzione dalle molte cose buone realizzate (che richiedono impegno più giustificato che la presente puntualizzazione). Bandite pertanto questioni fumose, occorrerà piuttosto concentrarsi sugli impellenti problemi connessi con la mensa, con i trasporti, con gli aspetti della sicurezza, con l’impianto di riscaldamento, col funzionamento delle linee telefoniche, con la gestione degli spazi di pertinenza ecc., confidando in una futura proficua intesa con l’Amministrazione Comunale e con il sindaco, nello spirito di leale collaborazione che si richiede alle istituzioni pubbliche e che io continuerò a perseguire”. Infine ringrazia i dirigenti scolastici di Vallo della Lucania che, in una nota, gli hanno espresso la loro vicinanza. La lettera si conclude con gli auguri a tutta la comunità.

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