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Cronaca Monte San Giacomo

Parco del Cilento: il Codacons commenta la sentenza sui manufatti costruiti a Monte San Giacomo

E' stata emessa la sentenza della Corte di Appello di Salerno sui manufatti costruiti poco distanti dalla strada aperta con i bulldozer nel comune di Monte San Giacomo, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni

E' stata emessa la sentenza della Corte di Appello di Salerno sui manufatti costruiti poco distanti dalla strada aperta con i bulldozer nel comune di Monte San Giacomo, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. A renderlo noto è Roberto De Luca, responsabile della sede Codacons che si è costituita parte civile nel processo.

La sentenza di primo grado, pronunciata nel 2010 dal Tribunale di Sala Consilina, aveva condannato il committente dei manufatti (un gioielliere di Sala Consilina) a 4 anni di reclusione, l'attuale vicesindaco di Monte San Giacomo e 2 membri della Commissione Edilizia a 3 anni, il progettista a 2 anni e 3 mesi di reclusione insieme ad un terzo membro della Commissione. Tutti erano stati interdetti ai pubblici uffici per 5 anni, mentre il terzo membro della Commissione per 2 anni e 3 mesi. Infine erano stati tutti condannati al pagamento delle spese processuali.

Con la sentenza di secondo grado, la Corte ha preso atto dell'avvenuta prescrizione di gran parte dei capi di imputazione e, quindi, riduce ad 1 anno e 4 mesi la pena del committente e, contestualmente, a 8 mesi per tutti gli altri imputati. Vengono, poi, revocate le pene accessorie ma riconosciute le spese processuali del Codacons. "E' una conferma sostanziale (nel merito) della sentenza emessa in primo grado dal Tribunale di Sala Consilina - commenta Roberto De Luca - Sarebbe adesso opportuno che il sindaco di Monte San Giacomo e presidente della Comunità Montana del Vallo di Diano prendesse contezza di quanto la magistratura ha decretato attraverso una sentenza di secondo grado. In particolare - continua il responsabile del Codacons - si richiede al sindaco se sia stato eseguito il ripristino dei luoghi, così come previsto dalla sentenza di primo grado, e se lo stesso sindaco e presidente della Comunità Montana Vallo di Diano ritenga ancora opportuno avvalersi della collaborazione dell’attuale vicesindaco che, all’epoca dei fatti, era assessore all’edilizia del Comune. Una nota per la pubblica opinione - conclude De Luca - la promozione in campo amministrativo dell’allora assessore è avvenuta a seguito delle elezioni amministrative del 2011, dopo la pubblicazione della sentenza di primo grado".

 

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