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Cronaca

Caos Sita Sud, fumata nera da Napoli: ripartono i licenziamenti

Finisce con un nulla di fatto il vertice napoletano tra i rappresentanti dell'assessorato regionale ai Trasporti, i dirigenti aziendali della Sita ed i sindacati per cercare di trovare un accordo

Finisce con un nulla di fatto il vertice napoletano tra i rappresentanti dell’assessorato regionale ai Trasporti, i dirigenti aziendali della Sita ed i sindacati per cercare di trovare un accordo che possa scongiurare la fine delle corse a partire dal 1 agosto con il licenziamento di 439 lavoratori. Ma, purtroppo, la fumata bianca non è arrivata. L'intesa, infatti, non è stata raggiunta. E ora si rischia di nuovo la paralisi. Già nei giorni scorsi si erano tenuti altri due incontri nel corso dei quali si era fatto il punto della situazione con i sindacati che aveva chiesto ai dirigenti Sita di trovare una soluzione che andasse nell’interesse sia dei lavoratori che gli utenti. Invece, questa volta la convergenza non è stata trovata.

A questo punto Sita Sud riaprirà la procedura di licenziamento per i lavoratori, che a questo punto non escludono lo sciopero ad oltranza e il blocco del servizio. A chiedere l'intervento del Prefetto è il segretario provinciale del Pd Nicola Landolfi: "Il disastro del trasporto pubblico locale cambia la vita delle nostre comunità, per migliaia di famiglie, di pendolari, di studenti. Siamo agli stessi livelli degli anni ’50 ma, almeno, allora, il sud “risaliva la china, non sprofondava, miseramente. La Regione, per Sita Sud, non ha risorse e non ha idee, decide di fare marcia indietro, anche rispetto agli impegni dello scorso anno, non solo non coprendo i servizi aggiuntivi ma facendo sparire altri 700 mila chilometri. Un disastro! Se Sita lascerà, altre centinaia di lavoratori se ne andranno a casa".

"Una Regione e una Provincia di falliti. Falliti al Cstp, falliti alla Sita, falliti sulla Metropolitana, in crisi con la Circumvesuviana. Chiederemo - conclude Landolfi - ancora al Prefetto e all’Autorità Giudiziaria di intervenire. Impedire alla gente di muoversi, isolare i territori, non solo non è più tollerabile: non è possibile".

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