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Cronaca

Spari contro l'auto di Siniscalchi a Fratte, D'Onofrio e Ventura tornano liberi

Il gip Indinnimeo non ha convalidato il fermo disposto, venerdì scorso, dal sostituto procuratore della Dda Marco Colamonici per “assenza di gravi indizi di colpevolezza e di nessun riscontro oggettivo” delle accuse rivolte da Gaetano Siniscalchi

Sono tornati liberi Carmine D’Onofrio e il cugino Vincenzo Ventura. Il gip Piero Indinnimeo, infatti, non ha convalidato il fermo disposto, venerdì scorso, dal sostituto procuratore della Dda Marco Colamonici per “assenza di gravi indizi di colpevolezza e di nessun riscontro oggettivo” delle accuse rivolte da Gaetano Siniscalchi, il padre di Eugenio e Gennaro accusati entrambi dell’omicidio di Ciro D’Onofrio.

La difesa

Nel corso dell’udienza i due hanno scelto di non aprire bocca lasciando parlare i loro avvocati difensori. I due cugini erano stati accusati di essere gli autori del colpo di pistola esploso contro la portiera dell’auto di Siniscalchi, con a bordo anche la moglie di quest’ultimo e la compagna di Eugenio Siniscalchi, figlio di Gaetano, accusato di essere il killer di Ciro D’Onofrio. Durante l’arringa, gli avvocati hanno ricostruito l’accaduto facendo presente che i loro assistiti si sarebbero recati personalmente presso la sede della Squadra Mobile per chiarire la loro posizione con gli inquirenti a seguito della denuncia presentata da Siniscalchi. E che loro, quel giorno, non sarebbero mai passati per Fratte, luogo dove Siniscalchi avrebbe subito l’avvertimento. Il gip, quindi, ha disposto la revoca dal fermo anche alla luce del mancato rinvenimento dei bossoli lungo la strada e dell’arma utilizzata per l’intimidazione.

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