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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Fuorni

Ennesimo tentativo di fuga dal carcere di Salerno, la denuncia del Sappe

Il Sappe continua a denunciare i livelli minimi di sicurezza che non garantiscono più il rispetto dell’ordine e della disciplina propri di un istituto penitenziario come quello salernitano che ospita tutte le più diverse tipologie di detenuti

Ennesimo tentativo di fuga dal carcere di Fuorni, ieri.  Il Sappe (sindacato autonomo polizia penitenziaria) ha nuovamente lanciato l’allarme circa la situazione di emergenza che gli agenti stanno vivendo all’interno del carcere di Salerno.  Un detenuto salernitano. A.G., con problemi mentali, è il protagonista di quello che è stato solo l'ultimo episodio: proprio come lo straniero che qualche settimana fa era riuscito a scavalcare il muro di cinta, l'uomo che, come sottolinea il Sappe non era sorvegliato in quel momento, ha tentato di scappare dal cortile passeggi. Salito sui tetti dei vari settori dell’istituto, però, non ha trovato via di fuga e si è spontaneamente consegnato agli agenti.

La denuncia del Sappe

Il Sappe continua a denunciare i livelli minimi di sicurezza che non garantiscono più il rispetto dell’ordine e della disciplina propri di un istituto penitenziario come quello salernitano che ospita tutte le più diverse tipologie di detenuti che rendono la struttura conplessa e tra l’altro ricadente in un territorio ad alto indice di criminalità organizzata. I continui rinvenimenti di apparecchi telefonici, pen drive, chiavette usb, sostanze stupefacenti, le aggressioni tra gli stessi detenuti e nei confronti del personale della polizia penitenziaria mo strano i limiti e le insufficienze operative di una “organizzazione del lavoro unilaterale e discrezionale della direzione” che non coincide con quella sottoscritta tra le parti e che puntualmente violata dai responsabili della gestione. Oramai i detenuti sono i primi a conoscere i punti deboli dell’istituti e dove semmai tentare una fuga o come tentare di fare entrare oggetti o cose non consentite. Sono i primi ad osservare la carenza nella sorveglianza nei punti nevralgici e l’assenza di video sorveglianza.

Gli stessi detenuti sono chiamati a svolgere lavori per il ripristino o il montaggio di sistemi di sicurezza: da un recente giro di ispezione compiuto da una delegazione del Sappe, è stato evidenziato, dunque, un abbandono di settori fondamentali proprio per la sicurezza.


 

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