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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Fisciano

Scandalo all'Unisa: indagati docenti per speculazioni sui fondi per la ricerca

Almeno quattro, i docenti universitari degli atenei di Salerno e Benevento implicati: le indagini avrebbero dimostrato l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza, come si legge su Reportime del Corriere della Sera

Alcuni professori universitari, ordinari e associati, lucravano sui fondi per la ricerca falsificando i rendiconti attestanti il numero di ore effettivamente lavorate. Per questo sono indagati da diversi mesi dalla procura di Salerno per i reati di truffa ai danni dello Stato e falso. Lo riporta Reportime del Corriere della Sera. Nell'inchiesta di Angela Camuso, infatti, è emersa una notizia che fino ad oggi non ha oltrepassato i muri dell'Unisa. Ricercatori precari, dottorandi e borsisti al seguito dei professori responsabili dei progetti incriminati erano perfettamente al corrente di quanto accadesse ma, onde evitare un rischio per la propria carriera, avevano accettato il ‘sistema’. Sui progetti con finanziamenti pubblici per milioni di euro, capitava, dunque, di segnare nomi di curatori e quantità di ore dedicate non corrispondenti al vero. A far scattare gli accertamenti della Guardia di Finanza, è stato un esposto presentato da un giovane ricercatore dell’università di Salerno

Almeno quattro, i docenti universitari degli atenei di Salerno e Benevento implicati: le indagini avrebbero dimostrato l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza. L'accusa lo sostiene non solo grazie alle intercettazioni, ma anche alle perquisizioni effettuate a fine 2013. La Guardia di Finanza, hanno scoperto che i professori inquisiti, con la collaborazione attiva di componenti del personale amministrativo delle rispettive Facoltà e anche di altri soggetti esterni, riuscivano a ottenere finanziamenti pubblici per cifre superiori, spesso nella misura dei due terzi, alle risorse effettivamente necessarie alla realizzazione dei progetti di cui erano titolari, si legge ancora su Reportime.

Parliamo sia di fondi della Comunità Europea che del Miur a seguito di controlli formali su documenti cartacei. Il pm, dunque, spiega che erano gli stessi professori a gestire, materialmente, i contributi pubblici: i docenti, infatti, per legge, possono diventare soci di quelle società interne all’Università, chiamate Spin-Off , alias società private che mettono sul mercato i brevetti e che, grazie ai finanziamenti pubblici, entrano a far parte del mercato della ricerca universitaria. Al centro dello scandalo accadeva sistematicamente che una parte cospicua del finanziamento ottenuto, fosse dirottata verso altre destinazioni. I professori indagati guadagnano all’anno circa 200mila euro nel caso degli ordinari e 90mila euro nel caso degli associati e anche se il loro stile di vita è apparentemente giustificato dagli emolumenti, ora le indagini stanno cercando di scoprire se esistono tracce, anche all’estero, di flussi finanziari sospetti.

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