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Cronaca Cava de' Tirreni

Clan Zullo tra usura ed estorsioni: chiesti 34 anni di carcere

Nel mirino, tra gli altri, l’ex vice sindaco Enrico Polichetti ,che, nel marzo del 2015, avrebbe ottenuto l’appoggio di Dante Zullo in occasione delle elezioni comunali

Chiuse le indagini sul “sistema” che vede intrecciati i rapporti tra alcuni esponenti della criminalità e i mondo delle istituzioni a Cava de’ Tirreni. Nel mirino, tra gli altri, l’ex vice sindaco Enrico Polichetti ,che, nel marzo del 2015, avrebbe ottenuto l’appoggio di Dante Zullo in occasione delle elezioni comunali, in cambio dell’affidamento ad una cooperativa di ex detenuti di tutti i lavori necessari per il Municipio. Di qui l’accusa di scambio politico mafio e abuso d’ufficio aggravato.

Il processo

Il pm Vincenzo Senatore, nell’ambito del processo che vede imputati i membri del clan Zullo per estorsione ed usura aggravate dal metodo mafioso, ha chiesto 6 anni di carcere per il capo Dante Zullo, 10 anni e 8 mesi per il figlio Vincenzo, 5 anni e 3 mesi per la sorella Lucia, 12 anni e 6 mesi per Vincenzo Porpora e 1 anno e 4 mesi per Giovanni Sorrentino, il collaboratore di giustizia che ha svelato il presunto accordo tra clan e politica. Non solo. Il pubblico ministero chiesto anche la confisca delle quote societarie oggetto del processo e anche di cambiali, assegni, orologi e altri beni di valore che la Dia ha sequestrato nel corso delle indagini. Intanto, nella giornata di ieri, la Procura ha notificato la conclusione delle indagini, oltre che all’ex vicesindaco Polichetti, al funzionario comunale Angelo Trapanese, a Dante Zullo e ad Antonio Santoriello , marito di una nipote di quest’ultimo. Sarebbe stato, infatti, Santoriello il tramite tra l’ex numero due del Comune e il gruppo degli Zullo.

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