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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sarno

Ragazza violentata, lo sfogo della madre: "Ecco cosa le hanno fatto"

In un colloquio con La Città la donna racconta i dettagli della violenza subita dalla figlia 14enne: "E' ancora una bambina, mi mangio vivo chi le ha dato quei morsi". Oggi la convalida degli arresti per i cinque stupratori

Il dolore suo ma soprattutto di sua figlia è ancora profondo. Sono, infatti, passati soltanto pochi giorni dallo stupro subito da una ragazzina di 14 anni, originaria di Sarno, organizzato da un gruppo di cinque giovani (anche loro minorenni) e andato in scena in un garage di San Valentino Torio. Questi ultimi, nella giornata di oggi, dovrebbero avere la convalida dell’arresto. Ora si trovano in un centro di prima accoglienza di Salerno.

In un colloquio con La Città, a parlare è la madre della vittima del branco che si sfoga e racconta nei dettagli ciò che è accaduto domenica scorsa a sua figlia: “L’hanno trascinata per le braccia nel box, lei si è aggrappata alla maniglia e loro l’hanno costretta a entrare. E poi l’hanno spogliata”. E ancora: “Le hanno tolto il telefono cellulare e quando una sua amica, che l’aspettava e non l’ha vista arrivare, l’ha chiamata le hanno detto di non dire niente”. “Ti facciamo fare la stessa fine della tua amica se ci denunci. Sì, le hanno detto questo”. Poi rivela un particolare agghiacciante: “Mia figlia non è stata l’unica a essere portata laggiù. Lei lo ha raccontato. Lo ha denunciato. Ora i carabinieri devono scoprire cosa è successo”. La mamma spiega i dettagli. L’incontro con l’amico “traditore”, le chiacchere prima di andare incontro ad una delle amiche. Chiacchere bloccate dall’arrivo dei primi due ragazzi del branco. “Hanno parlato prima con l’altro ragazzo, in disparte, poi hanno portato a forza mia figlia giù. Hanno sentito le sue grida. Ma hanno continuato. Il mio compagno l’ha invogliata a denunciare, lei si fida molto di lui come un padre. Solo molte ore dopo ho saputo cosa era successo, quando un brigadiere mi ha detto di andarla a prendere al reparto di ginecologia dell’ospedale di Sarno”.

Avvolta dal dolore per la violenza subita dalla figlia, la madre ne elogia le qualità umane: “Mi ha aiutato a crescere gli altri. È una figlia d’oro. Da grande vuole fare la cuoca, una passione che aveva fin dall’asilo. E di lei sono contenti tutti, anche i professori: è stata promossa con buoni voti. Lei sì che è una brava ragazza”. Infine avverte: “Io la parola perdono, non la capisco più per me non esiste. Quelli sono dei killer, dei criminali. Sono persone che distruggono una ragazzina di 14 anni”. Messaggio chiaro e netto rivolto a chi, tra i ragazzi, ha accennato ad una richiesta di perdono. Poi ne lancia un altro ai  loro genitori: “Le mamme di questi ragazzi non le posso giudicare, perché non le conosco, anch’io prima che accadesse questo dicevo che a volte il comportamento dei figli è colpa dei genitori. Ma spesso, nonostante noi diciamo ai nostri figli di non fare una cosa o gli diamo determinati insegnamenti loro lo fanno lo stesso”. "Voglio dire al papà di quel bambino che ha detto che mia figlia lo ha voluto lei, che avrei capito ma non accettato la violenza di uno, ma non il gruppo E poi quei morsi sulle braccia… Io a quello che ha dato quei morsi a mia figlia me lo mangio vivo. Chiedete a quelle mamme e a quei papà che cosa avrebbero fatto se l’avessero fatto ai loro di figli”.

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