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Cronaca

Natale: tempo di zampogne, la leggenda legata a Giulio Cesare

La "coppia" di zampognari rappresenta, in realtà, anche una presenza fissa del presepe, dove generalmente trova posto vicino alla "capanna" o alla "grotta" della Sacra Famiglia

Da dicembre, per le strade salernitane, come da tradizione, inizia ad udirsi la novena per l'Immacolata suonata dagli zampognari. Impossibile non riconoscere il suono della zampogna, strumento tradizionale caratterizzato dalla presenza di più canne sonore. La "coppia" di zampognari rappresenta, in realtà, anche una presenza fissa del presepe, dove generalmente trova posto vicino alla "capanna" o alla "grotta" della Sacra Famiglia.

Tra le tante leggende legate al particolare strumento musicale, oggi tipico del folklore europeo ed extraeuropeo, spicca quella legata a Giulio Cesare. Si narra che, una volta intrapresa la conquista dell'isola britannica, Cesare fosse stato seriamente impensierito dalle resistenze dei guerrieri del posto che, seppur meno equipaggiati, possedevano molto coraggio. Tra i soldati, vi era un forte giovane proveniente dalle province sannite: Turno, amante della zampogna che aveva insegnato anche ai suoi amici a suonare quello strumento. All'alba, Turno, smontato di sentinella dopo una lunga notte, non resistette alla voglia di suonare per ristorarsi dalla fatica: allontanandosi dall'accampamento romano, verso un recinto dove erano stati riuniti i cavalli, iniziò a suonare, ma gli animali si imbazzarrirono. Quell'episodio, si racconta, fornì l'idea vincente a Giulio Cesare: fece costruire oltre cinquanta zampogne. Quando i guerrieri britannici a cavallo si diressero verso le truppe romane, furono "sorpresi" dagli zampognari che, suonando all'unisono, fecero imbizzarrire i cavalli degli indigeni, sconfiggendoli velocemente. Solo una, questa, tra le storie sul singolare strumento musicale che ancora oggi riesce ad incantare grandi e piccini.

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