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Confindustria: la relazione di fine mandato di Mauro Maccauro

Il presidente di Confindustria ha sottolineato il ruolo che avranno le nuove classi dirigenti e l'importanza di avere come presidente nazionale il salernitano Vincenzo Boccia

Mauro Maccauro, presidente di Confindustria, ha parlato all'assemblea Pubblica di Confindustria, presso il Teatro Verdi di Salerno facendo il punto dei sui anni da presidente alla vigilia della fine del mandato. "Sono passati esattamente quattro anni da quando, per la prima volta con la mia presidenza, decidemmo di svolgere la nostra Assemblea Pubblica qui, nel prezioso Massimo Cittadino - ha esordito Maccauro - Il mio intento era quello di portare l’Associazione fuori delle stanze del nostro palazzo per mettere in scena e condividere idee e progetti con la più ampia base associativa e con tutti i protagonisti della vita sociale, economica, culturale e istituzionale di questa provincia. Vale lo stesso anche oggi e la vostra presenza, in questo teatro stamattina, mi offre l’opportunità pubblica per ringraziarvi tutti".

Maccauro ha, poi, sottolineato il ruolo della nuova classe dirigente: "Oggi chiedo la vostra attenzione e vi invito a riflettere insieme su quella che ritengo essere la precondizione dello sviluppo di questo territorio: la costruzione di una classe dirigente capace di interpretare le esigenze del nostro tempo, della nostra società. Dei personaggi simbolo, quelli cui i giovani si ispirano, nessuno è in vita: da Mandela a Gandhi, passando per Falcone e la Montalcini. Chi non sa valorizzare l’azione di forze giovani o, peggio ancora, chi impedisce la formazione dei quadri emergenti, vince forse una prolungata permanenza nelle proprie posizioni, ma non può, di certo, definirsi classe dirigente. Occorre, invece, accettare di lavorare per la propria stessa potenziale sostituzione, per il proprio ricambio, declinando l’interesse generale a scapito del proprio interesse particolare".

Maccauro ha anche sottolineato l'importanza di avere Vincenzo Boccia come presidente nazionale di Confindustria: "Incarna in modo compiuto la rappresentanza in cui crediamo. Enzo è l’emblema di chi è arrivato ai vertici passando dal lavoro e non dai salotti buoni. Quando, alcuni mesi prima di diventare presidente di Confindustria, mi espose il suo pensiero e le sue ragioni a sostegno della riforma costituzionale, mi resi subito conto che il nostro sistema di rappresentanza era a una svolta. Aveva deciso di giocare allo scoperto e in modo chiaro le proprie partite, fossero sul tavolo di un referendum o avessero come posta in gioco un maggiore salario a fronte di una più alta produttività. Questo per me significa essere classe dirigente. Per questo oggi Confindustria ci fa sentire forti e orgogliosi di farne parte ed essere di parte, contro l’abulia e l’indifferenza".

Il presidente di Confindustria ha, poi, concluso dando risalto al suo successore alla guida degli industriali salernitani: "Ieri si sono chiusi i termini per la presentazione delle candidature alla mia successione.Abbiamo un nome unico ed è quello di Andrea Prete. C’è chi come me, nel suo percorso associativo e non solo, ha dovuto affrontare competizioni aspre, la tagliola dei ricorsi e la sofferenza delle divisioni per affermare le proprie idee e, chi, come Andrea, ha la fortuna di unire, facendo dell’unanimità, ormai, un dogma imprescindibile.Ovviamente scherzo, ma sono davvero contento e orgoglioso di aver dato il mio contributo a questa soluzione".

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