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Economia

Ance: in Campania la più alta concentrazione di imprese "Gazzelle" del sud

I dati estrapolati dal Centro studi Ance dal Rapporto Pmi mezzogiorno 2015 sottolineano come i settori più colpiti dalla crisi economica siano quelli dei servizi, delle costruzioni e dell'industria

Ci sono anche alcuni segnali positivi derivanti dalla crisi economica che, negli ultimi anni, sta imperversando in Campania ed in Italia. Come sottolineato dal Centro studi Ance, tra il 2007 ed il 2012, 2.850 Piccole e medie imprese campane sono uscite dal mercato, a fronte delle 2.218 nate nello stesso periodo. Tra i settori maggiormente colpiti ci sono quelli dei servizi, delle costruzioni e dell'industria. I dati del Rapporto Pmi Mezzogiorno 2015 stilato da Cerved e Confindustria ed estrapolati dal Centro studi Ance evidenziano, poi, che le Pmi meridionali esprimono un fatturato di 126,5 miliardi di euro (14,9% del totale delle Pmi italiane), debiti finanziari pari a 46 miliardi di euro (16,6%) ed un valore aggiunto di 27,3 miliardi (14,9%). Complessivamente impiegano quasi 682.000 addetti (il 17,5% dei lavoratori delle Pmi in Italia). I dati cumulati riferiti al periodo 2007-2013 segnalano che le Pmi meridionali hanno subito una contrazione del fatturato pari a -5,4% e della produttività pari a -6,1%. Il costo del lavoro per addetto è aumentato, invece, dell’8,8%.

Ma uno dei dati più interessanti riguarda le imprese così dette Gazzella. Tali imprese, caratterizzata da forti tassi di innovazione e di crescita, sono concentrate prevalentemente al Sud ed in Campania. Secondo iI Ceentro studi Ance, infatti, al sud si ravvisa un nucleo di imprese ad alto potenziale di crescita: si tratta di aziende che tra il 2007 ed il 2012 sono riuscite addirittura a raddoppiare il proprio fatturato. La concentrazione maggiore di questa tipologia di impresa è stata riscontrata in Calabria ed in Campania ma è la nostra regione, con le 226 gazzelle, che ne vanta di più in termini assoluti. Sono imprese giovani che investono di più ed in particolare in beni immateriali, rivelandosi più redditizie e produttive.

"L’analisi relativa allo stato di salute delle piccole e medie imprese meridionali ed in particolare della Campania – ha commentato il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – ci mette di fronte ad una ulteriore presa d’atto della drammaticità dei riflessi della crisi economica negli anni tra il 2007 ed il 2013. Colpisce il dato sul crollo della redditività dell’attività delle imprese e la concentrazione di indicatori negativi che si riscontra nel comparto delle costruzioni. L’analisi di Confindustria e Cerved aggiunge elementi di preoccupazione per uno scenario destinato a durare ancora a lungo prima di approdare ad una evoluzione positiva in grado di agganciare i livelli pre-crisi. In altre parole, i fermenti di rinnovata fiducia che l’Istat ha segnalato in queste settimane si disperdono nell’ambito di un ragionamento calato in un più ampio spazio temporale. Il problema – ha continuato Lombardi – non è l’individuazione dei provvedimenti necessari ed ineludibili, ma l’accelerazione non più rinviabile da parte della filiera istituzionale dell’attuazione di interventi da tempo al centro delle richieste del mondo imprenditoriale: l’abbattimento degli oneri finanziari per le aziende, il rilancio degli investimenti pubblici, l’accelerazione di misure premiali per favorire l’emersione, una più efficace azione di contrasto dell’economia illegale. Occorre, naturalmente, riattivare i canali di finanziamento bancario in primo luogo ai settori più colpiti, come quello delle costruzioni, traducendo in benefici concreti anche al Sud le misure della Bce finalizzate all’immissione di liquidità sui mercati. Fin quando non si registreranno atti concreti in questa direzione - conclude Lombardi - le aziende gazzelle avranno, pur mettendo in campo visioni e capacità gestionali al di sopra della media, vita molto difficile".

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