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Economia

Sergio Passariello: "Sud dimenticato ed imprese meridionali meno competitive"

L'esponente del Nuovo Psi / Pdl critica le scelte del governo Monti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Sergio Passariello, responsabile dell'Ufficio di Segreteria, Attività produttive, PMI ed Artigianato del Nuovo Psi, partito federato con il Popolo delle libertà, nel corso di un intervento alla trasmissione radiofonica Barba e Capelli, condotta dal giornalista Paolo Sergio su CRC Targato Italia ha posto in evidenza le "anomalie dei 4 decreti elaborati dal governo Monti, relativi allo sblocco dei crediti alle imprese".

"Un provvedimento - ricorda Passariello - che senza ombra di dubbio, avrebbe dovuto rappresentare una importante boccata di ossigeno per tutta la sana piccola e media impresa Italiana, ma che invece esclude in maniera discriminatoria parte di essa, in particolar modo le imprese della Campania e di alcune altre regioni del Sud e del Centro del Paese, colpevoli di scontare un piano di rientro dal deficit della sanità, figlio delle precedenti gestioni amministrative, come quella targata Bassolino in Campania".

"L'Ufficio di Segreteria Attività produttive, PMI ed Artigianato del Nuovo Psi - afferma Passariello - chiede al governo di rivedere questa scelta, consentendo anche alle imprese del Mezzogiorno di potersi avvalere di questa opportunità, evitando che tali provvedimenti contribuiscano ad aumentare il divario esistente tra il Nord ed il Sud del paese. Per le piccole e medie imprese meridionali che operano con la pubblica amministrazione, ricorda Passariello, al danno di una attesa di oltre 1000 giorni per ricevere il pagamento delle fatture per le prestazioni effettuate, specie se riguardano la sanità, si aggiunge anche la beffa dell'esclusione dalla possibilità di potersi avvalere del decreto sulle compensazioni".

"Tale provvedimento - afferma Passariello - in un momento di forte crisi economica, penalizza ulteriormente la competitività delle imprese meridionali, avvantaggiando di fatto imprese operanti in altre regioni di Italia, meno male che il governo tecnico Monti avrebbe dovuto lavorare ad una concreta ed unitaria ripresa di tutto il sistema economico e produttivo, cercando di diminuire il divario già esistente tra Nord e Sud del paese".

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