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Oltre 250 famiglie di ambulanti senza lavoro: la lettera del presidente dei senegalesi

Daouda Niang: "Anche in vista del 1° Maggio, chiediamo all'Amministrazione comunale e alle altre istituzioni locali di governo di riaprire i canali di ascolto""

"Almeno 250 famiglie di lavoratori e lavoratrici ambulanti italiani, senegalesi e bangladesi si sono ritrovate quasi del tutto senza lavoro negli ultimi due anni, a causa della forte restrizione delle possibilità e degli spazi per l'esercizio delle attività commerciali": è quanto denuncia il presidente della comunità dei senegalesi di Salerno, Daouda Niang.

Anche in vista del 1° maggio, infatti, Daouda Ninag rivolge un appello all'amministrazione comunale e alle altre istituzioni locali di governo affinchè vengano riaperti i canali di ascolto, riprendendo a pensare la concessione dell'area del Sottopiazza della Concordia per il
commercio ambulante, come è stato fatto per anni fino al recente passato.

La lettera al Comune

Le delibere comunali n°. 323 e 54, rispettivamente del 2015 e 2016, evidenziavano l'opportunità di concedere tale area alla manifestazione fieristica delle associazioni senegalese e bangladese di Salerno e agli operatori locali storici in virtù del “grande disagio che stanno vivendo gli operatori commerciali in questo periodo di crisi sociale” e del fatto “che l’Amministrazione nell’esercizio delle proprie funzioni mira ad incrementare l’intero comparto commerciale e promuove iniziative di carattere sociale”. Queste condizioni di crisi e la necessità intervenire con azioni positive non sono sono cambiate negli ultimi due anni. Anzi! L'Amministrazione comunale ha evidenziato l'esistenza di un problema di sicurezza. Nel mese di Giugno 2017, l'assessore alle attività produttive Dario Loffredo disse esplicitamente che “non ci sono condizioni di sicurezza per un mercato”. Dopo quella dichiarazione, l'area del Sottopiazza della Concordia è stata concessa come area per il commercio nel periodo di San Matteo dal 12 Settembre al 2 Ottobre 2017 (Delibera 232 del 2017) e poi per l'installazione di attività ludiche, tuttora operative. Non si capisce perché se quest'area è sicura nel periodo della festa patronale e per le giostre, quindi per i bambini e le bambine, non può essere sicura anche per lo svolgimento delle attività fieristiche delle lavoratrici e dei lavoratori ambulanti. Ci chiediamo come mai.n qualunque altra città di fronte a 250 nuovi disoccupati e lavoratrici e lavoratori a rischio si sarebbero mobilitati tutti,
dal sindaco ai parlamentari locali, dalla locale prefettura agli operatori della comunicazione.

A Salerno no, anzi è stato fatto di tutto per penalizzare queste lavoratrici e questi lavoratori, danneggiate dalla scelta di favorire poche persone a danno di molti. Non riusciamo a capire perché e chiediamo conto anche di questo.Noi rivendichiamo il diritto alla dignità e, quindi, ad un lavoro e ad un reddito. Non chiediamo favori, né elemosine, né attenzioni particolari. Noi abbiamo accettato tutte le proposte dell'Amministrazione comunale, compresa quella di allestire via Calò come area di vendita, ma, nonostante le decisioni della Giunta comunale, dopo quasi un anno non è successo niente, la situazione è immobile. Chiediamo di essere trattate e trattati come tutte le altre persone che vivono a Salerno. Rivendichiamo il diritto alla città, per noi e per tutti, e di essere presi in considerazione dall'Amministrazione comunale, perché noi non siamo cittadini di serie B, né siamo utili solo per costruire su di noi polemiche, propaganda politica e politiche di repressione. Chiediamo alla politica ed alle istituzioni locali, in primis quella comunale, di trovare una soluzione, partendo da una doppia domanda: perché hanno negato il posto di lavoro (Sottopiazza della Concordia ) a 250 padri e madri di famiglia per creare un'area di abusivismo e repressione? La nostra proposta di soluzione c'è già: la concessione come in passato dell'area del Sottopiazza della Concordia per le attività del commercio ambulante. A cui aggiungiamo la necessità del superamento del clima di forte controllo che vige nell'area del Lungomare che non giova alla sicurezza della città. Noi, come facciamo ormai da due anni con le nostre mobilitazioni, chiediamo semplicemente che i problemi si affrontino e risolvano. La nostra proposta è precisa, chiara, semplice e senza costi per  la città. Ci aspettiamo altrettanta sincerità e disponibilità da parte delle istituzioni locali, da parte dell'Amministrazione comunale così come da parte della Prefettura, per affrontare la crisi sociale che il lavoro ambulante, in particolare quello dei senegalesi, dei bangladesi e di alcuni italiani, sta vivendo in città.

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