rotate-mobile
Eventi Giffoni Valle Piana

Luca Marinelli, Jeeg Robot e il sogno nel cassetto: “Recitare Indiana Jones”

Il celebre attore è stato ospite della Cittadella del Cinema e ha ricordato con emozione il regista Claudio Caligari. Complimenti ai giurati: “Impegnati e competenti. Ho sudato pure la giacca”

Il folle super-cattivo e il timido appassionato di lingue antiche, l’attore obeso e la consacrazione mondiale con “Lo chiamavano Jeeg Robot”, film che gli è valso il David Donatello come migliore attore non protagonista. L’eclettico Luca Marinelli, l’attore simbolo del nuovo cinema italiano, è sbarcato a Giffoni Valle Piana ed ha subito voluto incontrare i ragazzi in Sala Truffaut. Lo hanno travolto di domande, cori, applausi, flash. Gli hanno chiesto come sia riuscito a conquistare le platee cinematografiche e la critica prestando il volto a personaggi agli antipodi e poi anche quanto tempo abbia impiegato ad ingrassare fino a 99 chili per “obbedire” alle richieste del regista Saverio Costanzo che nel 2010 gli chiese di diventare Mattia ne La solitudine dei numeri primi, lavoro ispirato all’omonimo romanzo di Paolo Giordano. “Incontrando i ragazzi ho sudato pure la giacca – confida Marinelli in sala stampa – Spero di aver risposto alle loro domande in maniera adeguata. Vederli interessati a 12 anni è spettacolare. Si alzano, pongono interrogativi. Tutto questo è la magia del Festival”. Magia e sogni. Lui ne ha uno nel cassetto: “Mi piacerebbe un giorno recitare Indiana Jones. Magari fosse possibile rifarlo. Sarebbe il mio sogno perché Indiana Jones è il mio idolo”. Poi c’è un richiamo forte, il richiamo del primo amore, anzi “di quell’altra città che si trova nella stessa regione e talvolta pensi di andare a visitarla di nuovo”. Fuori di metafora, l’altra città è il teatro. Marinelli apre il cuore e dice: “Vorrei tanto ritornare a fare anche teatro perché è una palestra, è un allenamento: più rischioso, più pericoloso del cinema, meno sicuro. Questo lavoro mi gratifica. Mi sento un fortunato, sto bene con me stesso”.

Un lavoro che regala emozioni fortissime, come quelle provate nel ridare voce alle periferie “che avevo toccato con mano, sebbene a tratti, a pezzetti, in gioventù”. Il riferimento è alla pellicola di “Non essere cattivo”, che poi s’intreccia con il ricordo struggente del regista Claudio Caligari. “E’ stato un onore averlo incontrato nella mia vita – così Marinelli con gli occhi lucidi – un onore che purtroppo non posso augurare più a nessuno. Però lui è lì, in quel film, dietro quel film. Una persona che se ne sta per andare si preoccupa di fare un film. Pure questo è incredibile. Ci diceva di non avere paura. Prima di far venir fuori questa esplosione di emozioni che è stato Non esser cattivo, ci ha invitato a vedere suoi film, ad acquisire un bagaglio: Amore Tossico, Rocco e i suoi fratelli, Accattone. Poi dopo sono arrivati mille grazie. Abbiamo ridato voce a tanti Cesare e Vittorio, per due mesi ad Ostia non ho solo fatto l’attore ma ho vissuto, incontrato persone speciali, ho toccato con mano: carceri, comunità. Cesare non l’abbiamo soltanto recitato ma abbiamo provato a metter fuori rabbia, insomma ad esprimerla”.

Il regista Gabriele Mainetti, ospite due giorni fa della Cittadella del Cinema, ha definito il personaggio dello Zingaro, interpretato da Marinelli in Lo chiamavano Jeeg Robot, “figura ambigua, personalità all’apparenza compatta ma che poi si sgretola”. “Sapevo quello che facevo – analizza Marinelli – ho recitato, dovevo fare e ho fatto. La preparazione che c’è stata dietro il personaggio è stata però affascinante, bellissima, divertente. Con Mainetti ci siamo inventati anche scene che non c’erano nella sceneggiatura, abbiamo indossato costumi, abbiamo forzato alcune situazioni per caricare il personaggio”. Poi Marinelli si blinda quando deve presentare – e non lo fa – i prossimi lavori. Passaggio veloce solo su Lasciati andare, “un onore per me lavorare con Toni Servillo e aver incontrato il regista Francesco Amato”. Chi è ad esempio il Padre d’Italia? “E’ un giovane”, taglia corto a proposito del film che a metà maggio, insieme a Isabella Ragonese, l’ha tenuto impegnato tra Torino e la Calabria. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Luca Marinelli, Jeeg Robot e il sogno nel cassetto: “Recitare Indiana Jones”

SalernoToday è in caricamento