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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Fiera del Crocifisso Ritrovato 2019: il Medioevo rivive nel centro storico di Salerno

La nota e attesissima manifestazione, ideata dal compianto Peppe Natella e portata avanti dalla figlia Chiara, non smette di stupire facendo registrare ad ogni edizione numeri da record

Saltimbanchi, artigiani, fabbri, mercanti, giocolieri: il centro storico di Salerno fa  un tuffo del passato, come da tradizione, in occasione della Fiera del Crocifisso Ritrovato organizzata dalla Bottega San Lazzaro, con il patrocinio del Comune di Salerno ed in collaborazione con altri enti e istituzioni.

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Il programma

Dal 28 aprile al 1° maggio, dunque, la Salerno Antica torna ad essere un borgo medievale, tra artisti di strada, spettacoli, stands e rievocazioni storiche che attirano non solo i cittadini, ma anche numerosi turisti. La nota e attesissima manifestazione, ideata dal compianto Peppe Natella e portata avanti dalla figlia Chiara, non smette di stupire facendo registrare ad ogni edizione numeri da record, in termini di presenze. Anche quest’anno l’evento sarà caratterizzato da un fitto programma artistico.

La storia della Fiera

La storia della Fiera è legata all’enigmatica figura di Pietro Barliario, alchimista salernitano che, secondo lo storico seicentesco Antonio Mazza, morì in età avanzata nel giorno della veglia del sabato santo, il 25 marzo 1149. Gli studiosi si interrogano sulla sua reale esistenza, ma Barliario è il personaggio che forse più di tutti ha stimolato la fantasia popolare salernitana. Secondo la leggenda il mago si avvicinò alla negromanzia in gioventù, dopo aver ricevuto il libro del comando, che gli donò il potere di servirsi dei diavoli per realizzare opere meravigliose, tra cui la costruzione del porto e dell’acquedotto. Ma Barliario si servì della magia anche per inganni e malefatte. Perfino quando venne a sapere che per salvarsi l’anima sarebbe dovuto riuscire nell’impossibile impresa di sentir messa, in un solo giorno, in tre luoghi molto distanti tra loro (Roma, Parigi, Londra, Gerusalemme alcune delle città citate nelle diverse versioni della leggenda), riuscì a cavarsela grazie a un cavallo alato. Il vero pentimento arrivò solo in tarda vecchiaia, a 93 anni. Entrando di nascosto nel suo laboratorio i suoi due nipoti aprirono per curiosità i libri magici, provocando l’ira dei diavoli che si vendicarono soffocandoli. Pietro profondamente addolorato dall’accaduto, passò tre giorni e tre notti davanti al Crocifisso ligneo dell’abbazia di San Benedetto, fino a quando il Gesù Cristo che vi era raffigurato reclinò il capo in segno di perdono. La notizia si diffuse rapidamente in città e nelle zone circostanti e da quel momento iniziò, ogni venerdì di marzo, una sorta di pellegrinaggio per venerare il Crocifisso del miracolo. Per l’occasione, intorno alla Chiesa, cominciarono a essere allestite bancarelle dedite alla vendita della merce più varia. La tradizione si è perpetuata fino ai giorni nostri, anche se, nel tempo, del leggendario mago in città sono rimaste ben poche tracce. A ricordare Barliario e le sue imprese resta un vicolo a lui dedicato nel centro storico. Neanche la Chiesa che comunemente viene chiamata “del Crocifisso” è quella che ospitava la scultura miracolosa, oggi custodita dal Museo Diocesano. La Fiera ora si continua a svolgersi annualmente.


 

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