A Conca dei Marini, in scena "La fortuna con la effe maiuscola"
“La fortuna con la effe maiuscola” il 20 agosto a Conca dei Marini. Sta per tornare l’evento teatrale più allegro dell’estate in Costiera Amalfitana. Si rinnova al Teatro all’aperto di Conca dei Marini il tradizionale appuntamento con la compagnia “Teatro Instabile” di Valdobbiadene di Maurizio Ruggiero, che presenta la commedia in tre atti La fortuna con la effe maiuscola di Eduardo De Filippo e Armando Curcio (ore 21.30, ingresso libero).
Il programma
L’evento è patrocinato dal Comune e dalla Pro Loco nell’ambito della rassegna Santarosa Conca Festival e inaugura il Tour Terre amiche, tournée che vede da qualche anno i giovani e simpatici attori della cittadina trevigiana del Prosecco calcare i palcoscenici della Divina attraverso la realizzazione di laboratori teatrali estivi, a cui prendono parte anche ragazzi della Costiera che condividono la stessa passione. La manifestazione, giunta alla nona edizione, è ideata da Maurizio Ruggiero, eclettico artista e insegnante originario di Minori emigrato in provincia di Treviso, fondatore nel 2009 del “Teatro Instabile” insieme ad un gruppo di suoi studenti, ed ha l’obiettivo di avvicinare i ragazzi del Veneto al teatro napoletano e di stringere solide relazioni di amicizia tra terre lontane ma accomunate da tratti di reciproca bellezza e umanità. I giovani attori veneti hanno concentrato la loro attenzione sul teatro di Eduardo De Filippo, portando in scena alcuni dei suoi più grandi capolavori: Natale in casa Cupiello, Questi Fantasmi!, Non ti pago!, Le voci di dentro, Ditegli sempre di sì! Un progetto dall’alto valore culturale ed educativo che va avanti dal 2011 e che si è guadagnato negli anni l’affetto e la simpatia del pubblico della Costiera. Nel 2017 i comuni di Minori, Conca dei Marini e Furore, che hanno ospitato la manifestazione, hanno stipulato un Patto di Amicizia con il Comune di Valdobbiadene, sottoscritto dai rispettivi sindaci, per celebrare l’incontro tra i due territori realizzatosi nel nome della cultura teatrale, a cui hanno fatto seguito altri momenti ufficiali di incontro e scambio. Questo gemellaggio culturale è stato di buon auspicio per le colline del Prosecco, che da quest’anno sono diventate, come la Costiera Amalfitana, patrimonio dell’Unesco.
La scheda
Nata nel 1942 dalla collaborazione tra Eduardo De Filippo e il commediografo napoletano Armando Curcio, La fortuna con la effe maiuscola è una delle più celebri pièce umoristiche del teatro napoletano. Portata in scena negli anni ‘40 con grande successo di pubblico dalla compagnia del Teatro Umoristico “I De Filippo”, la commedia venne riproposta dallo stesso Eduardo per una edizione televisiva Rai del 1959 e ripresa nel 1997, sempre per la Rai, dai fratelli Giuffrè.La fortuna è quella inattesa che capita al protagonista della commedia, Giovanni Ruoppolo, un pover’uomo che vive di stenti con la moglie Cristina ed Erricuccio, un trovatello buono e sciocco che hanno accolto in casa e che combina solo guai. Perseguitato da un destino avverso e beffardo, Giovanni vede all’improvviso illuminare la sua misera vita dall’eredità di un parente emigrato tanti anni prima in America. Eredità che però gli potrà essere assegnata per intero solo a condizione che egli non abbia un figlio, al quale, in caso contrario, secondo il testamento andrebbe tutto il ricco patrimonio.
Ma il pover’uomo, che ignorava la possibilità di ricevere il lascito, un figlio ce l’ha. Ha appena legittimato, in cambio di un modesto compenso, un ricco giovanotto figlio di padre ignoto e alla ricerca di un padre legittimo per poter sposare una ragazza di buona famiglia con il consenso dei genitori di lei. Un affaruccio da quattro soldi che gli impedisce di agguantare quella fortuna sperata da una vita, perché il ricco giovanotto ora pretende tutto per sé. Con un atto di scaltrezza e generosità tipico dei “morti di fame” del teatro partenopeo, Giovanni riuscirà però a ribaltare la sorte, donando un po’di benessere alla sua famiglia. Una commedia, dunque, ricca di equivoci e tragicomiche disavventure, ma anche di quell’umanità napoletana che trasuda da ogni pagina del teatro di Eduardo.