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Sabato, 20 Aprile 2024
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Matteo Garrone, il regista che voleva fare il tennista

Ospite del Giffoni Film Festival, l'autore di Reality, Il racconto dei racconti e Gomorra ha raccontato ai ragazzi i suoi sogni da tredicenne. "Sognavo la racchetta, poi a tutto cinema"

Parecchio disponibile, parecchio in ritardo e poi un pizzico polemico al ventesimo minuto di conferenza stampa, il celebre regista Matteo Garrone s’impunta e si stizzisce in conferenza stampa quando gli chiedono cosa pensi della protesta degli attivisti napoletani contro la serie tv Gomorra. “Non rispondo – tuona – che c’entra? Sono venuto qui a parlare ai ragazzi del Giffoni Film Festival, non esprimo mai opinioni, parlo delle mie cose”. Poi sterza: “Il libro e il film sono due cose diverse, due approcci diversi. Gomorra è una fiaba nera. Utilizza archetipi e personaggi che vanno al di là della singola realtà, al di là di Napoli e della Campania che sono per me un luoghi cari, suggestivi, familiari. Il rapporto è innanzitutto di sangue, cioè legato a mia nonna, e poi a tutte le possibilità che offre da un punto di vista espressivo, di facce, di caratteri. Il mio primo film l’ho ambientato a Napoli perché per un noir portava verso un determinato tipo di astrazione, una dimensione metafisica. Poi c’era l’opportunità di lavorare con un giovane scrittore come Roberto Saviano. La storia di Reality, invece, è successa al fratello della mia ex compagna”.

Ritrova il sorriso al momento di prepararsi a confidare ai ragazzi – centinaia di giurati – i suoi sogni e segreti di adolescente, la speranza di fare il tennista riposta molto presto nel cassetto. “Darò loro una testimonianza – dice il regista – ci sono tante strade, ci sono tanti modi diversi di fare il cinema. A 12-13 anni volevo fare il tennista. Poi ho ripiegato sul cinema”.  In bacheca non c’è Wimbledon ma il David di Donatello per la migliore sceneggiatura nel 2002 con L’imbalsamatore, poi il Gran Premio al Festival di Cannes per Gomorra nel 2008. Quattro anni dopo è tornato a Cannes con Reality aggiudicandosi il Gran Premio della Giuria ma anche due Nastri d’argento e tre David di Donatello. In grande stile anche il progetto straniero Tale of Tales – Il racconto dei racconti (2015) un grande affresco in chiave fantastica del periodo barocco. E adesso? “Non ve lo dico, non anticipo nulla su Pinocchio. Sarà legato alla fiaba ma non voglio parlarne. Sarà in Italia e in italiano. Ancora facciamo provini per Pinocchio perché è un ruolo molto complesso e dovrei girare in primavera dell’anno prossimo, se la preparazione va come deve andare. Molti test  sono legati agli effetti speciali. Non avrà una connotazione territoriale. Film pronto nel 2018”. 
 

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