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Politica Cava de' Tirreni

Ritorna Forza Italia, costituito il gruppo consiliare a Cava de' Tirreni

Hanno già aderito il presidente Barbuti, i consiglieri Polacco, Baldi, Della Monica, Esposito, il vicesindaco Del Vecchio, gli assessori Passa, Palumbo e Sorrentino. Incerti Alfieri e Monetta

A Cava de’ Tirreni torna Forza Italia. La costituzione del gruppo consiliare di Forza Italia sarà ufficializzata lunedì durante la seduta del consiglio comunale. Al gruppo consiliare, raccogliendo entusiasticamente l’invito del presidente Silvio Berlusconi, del coordinatore regionale sen.Nitto palma e del commissario provinciale Mara Carfagna, hanno già aderito il presidente del Consiglio comunale Antonio Barbuti, i consiglieri Enrico Polacco, Gerardo Baldi, Annalisa Della Monica, Massimo Esposito, il vicesindaco Giovanni Del Vecchio, gli assessori Enzo Passa, Fortunato Palumbo e Teresa Sorrentino.

I consiglieri comunali Luca Alfieri e Matteo Monetta, pur confermando il pieno sostegno alla maggioranza guidata dal sindaco Marco Galdi, hanno preferito un ulteriore momento di riflessione prima di comunicare la propria eventuale adesione.Al termine dell’incontro, convocato dal commissario cittadino Gigi Casciello ed al quale ha partecipato anche il coordinato di zona Cava-Costiera, Alfredo Messina, è stato chiesto al consigliere Enrico Polacco di continuare nel proprio ruolo di capogruppo consiliare anche sotto le bandiere di Forza Italia.

«Era doveroso iniziare il nuovo percorso di Forza Italia dall’adesione dei consiglieri comunali del Pdl» ha detto il commissario cittadino Gigi Casciello «ma è chiaro che il ritorno di Forza Italia ci aiuta nell’entusiasmo di un’appartenenza con lo spirito del ’94 e ci impone un’apertura non solo a quanti hanno aderito al movimento sin dal discesa in campo del presidente Silvio Berlusconi, ma a quanti avvertono prioritari temi e valori come la giustizia-giusta, l’equità fiscale ed un rinnovato e corretto rapporto con le istituzioni nel presupposto di uno Stato che affianchi, sostenga ciascuno e non rappresenti piuttosto un “nemico” da temere e dal quale doversi difendere. Insomma, la strada da percorrere è quella indicata dall’intuizione di Silvio Berlusconi sin dal ’94: più società e meno Stato».

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