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Chiusura uffici postali in provincia, il "no" di Valiante

Il consigliere regionale del partito democratico ha scritto alle Poste per chiedere di riconsiderare il piano e alla prefettura di Salerno per la convocazione di un tavolo urgente sul tema

No alla chiusura di 46 uffici postali in provincia di Salerno: questa la posizione del consigliere regionale del partito democratico Gianfranco Valiante, che in una lettera all'amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, chiede di fatto di riconsiderare il piano dell'azienda che porterebbe alla chiusura appunto di 46 uffici postali nel territorio salernitano, prevalentemente in paesi isolati e poco serviti da collegamenti e trasporti. Valiante ha inoltre sollecitato il prefetto di Salerno Gerarda Maria Pantalonea convocare un incontro urgente sul tema alla presenza dei vertici di Poste Italiane, dei sindaci e degli amministratori locali salernitani.

"Apprendiamo che il piano di riorganizzazione prevede per la sola provincia di Salerno la chiusura di 46 uffici postali - si legge nella missiva inviata a Sarmi - siti per lo più in territori decentrati o già fortemente penalizzati per la loro posizione e dalla carenza di un valido sistema di mobilità. Gli uffici postali, nei piccoli centri, sono un elemento essenziale e fondamentale per la vita sociale delle comunità e svolgono una funzione rilevante soprattutto a servizio delle fasce più deboli della popolazione" ha riferito il consigliere regionale del partito democratico.

Valiante evidenzia i possibili disagi ai quali andrebbero incontro in particolare le fasce più deboli della popolazione, ad esempio gli anziani, che magari per riscuotere la pensione sarebbero costretti a spostamenti per raggiungere l'ufficio postale più vicino. Il tema della chiusura degli uffici postali era stato già affrontato, nei giorni scorsi, in un consiglio intercomunale tenutosi a Gioi Cilento, paese amministrato dal sindaco Andrea Salati.

"In quella sede - spiega Valiante - abbiamo registrato le forti e vibranti proteste dei sindaci e degli amministratori locali che lamentano un depotenziamento di servizi storicamente garantiti in un territorio già fortemente mortificato. Gli amministratori hanno peraltro rilevato che alcun risparmio sostanziale si verificherebbe, per effetto delle temute chiusure, per Poste Italiane, in quanto gran parte dei locali ospitanti i servizi sono di proprietà dei comuni o a loro carico, unitamente alle spese di utenza".

In alcuni casi, evidenzia ancora il consigliere regionale del Pd, le comunità verrebbero private dell'unico sportello postale, come nel caso di Omignano, o di "sportelli in frazioni - prive di trasporto pubblico locale - a molti chilometri dall'ufficio più vicino (vedi Mandia di Ascea, Catona di Ascea, Fonte di Roccadaspide, San Severino di Centola, Lentiscosa, Licusati, Tufariello, Castelnuovo Vallo Stazione, Villa Littorio, Cardile, Acquavella ed altri). L'esigenza di riduzione - conclude Valiante - riteniamo debba rifuggire da tagli lineari e calcoli ragionieristici e deve tener conto anche della specificità di un territorio".

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