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Decadenza, Forza Italia stuzzica De Luca: "Ora si barricherà al Comune?"

E anche i parlamentari grillini lo attaccano: "Avremmo preferito che si fosse dimesso già a maggio 2013, anziché assistere al suo ennesimo show da padrone della città"

I senatori salernitani di Forza Italia Franco Cardiello e Enzo Fasano tornano sull’incompatibilità del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e attaccano: "Cosa intende fare De Luca – si domanda Fasano - barricarsi a Palazzo di Città o decidere di affrontare i problemi? Aspetta le sentenze per invocare, come ha fatto De Magistris, principi costituzionali e rinnegare la sua storia per nulla garantista?"  Di qui l'invito al primo cittadino a prendere atto della situazione: "Lui che sbraita con il mondo intero non può tacere quando, con la sua tattica e con qualche escamotage, tenta di allungare i tempi".

In merito alla decisione della Corte di Appello di confermare la sentenza di primo grado sulla decadenza Fasano spiega che "il problema non è, e non deve essere trasferito nella aule di giustizia. E’ il Pd - dice - che deve, in queste ore, prendere una posizione chiara". De Luca finisce nel mirino anche del senatore Cardiello: "Mi domando se il futuro di De Luca, sempre pronto a trasformare un avviso di garanzia in una condanna preventiva, sia legato alle sue vicende processuali o prescinde da queste? Se dovesse prevalere lo spirito garantista, se il partito di Renzi dovesse salvare De Luca a prescindere dalle vicende di queste ore, allora il Pd confermerebbe una apprezzata inversione di tendenza. Ma il garantismo dovrà poi prevalere per tutti. Per de Magistris e per gli avversari politici e per lo stesso sindaco giacobino che è, troppo spesso, motore del furore giustizialista". 

Sulla questione intervengono anche i parlamentari salernitani del M5S, secondo i quali "il procuratore generale di Salerno oggi ha sposato pienamente la tesi portata avanti dai nostri legali Stefania Marchese e Oreste Agosto, riconosciuta anche dalla sentenza di condanna di primo grado emessa dal tribunale: quella cioè di un sindaco decaduto nel momento stesso in cui ha giurato di fronte al presidente della Repubblica, accettando l’incarico di viceministro conferitogli dall’ex governo Letta. Inoltre il collegio della Corte d’Appello di Salerno avrebbe potuto benissimo ritardare di oltre 80 giorni la decisione, così come avevano chiesto gli avvocati del sindaco. Invece i termini sono stati dimezzati".

"Avremmo preferito - sottolineano Silvia Giordano, Andrea Cioffi, Mimmo Pisano e Angelo Tofalo - che De Luca si fosse dimesso già a maggio 2013, anziché assistere al suo ennesimo show da padrone della città, con tutte le conseguenze che ne deriveranno rispetto agli atti amministrativi prodotti in questo periodo da primo cittadino decaduto.Ricorrere alla legge è la sola strada percorribile per combattere l’illegalità e i fatti ci stanno dando ragione. Quando anche la Corte d’Appello confermerà l’ordinanza di primo grado, l’unica vera vincitrice di questa battaglia obbligata sarà la giustizia".

Amarezza viene espressa dal consigliere comunale di Ncd Roberto Celano: "Una giustizia che non decide: continuano i rinvii. Il Presidente della Camera penale, anch'egli impegnato guarda caso a difesa di qualche indagato in un processo che riguarda la città (Crescent), convoca un'assemblea della camera penale determinando il rinvio del processo. Non vi erano altri giorni utili per un'assemblea senza intralciare la giustizia? Ma per la città non si riteneva utile velocizzare i processi? Ma l'interesse delle centinaia di lavoratori impiegati nel cantiere su cui si è fatto strumentalmente leva in passato non esiste più? Diceva Andreotti: a pensar male si fa peccato ma....".

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