rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Elezioni regionali, l'annuncio a sorpresa di De Luca: "Non mi ricandido contro Caldoro"

Il sindaco viceministro rilascia un'intervista al Fatto Quotidiano e smentisce una sua nuova discesa in campo per la guida della Regione Campania: "Non sono masochista". Poi attacca il Pd

"Non ho il livello adeguato di masochismo". Così Vincenzo De Luca risponde al Fatto Quotidiano in merito ad una sua possibile nuova discesa in campo per la guida della Regione Campania. "Ho perso contro Berlusconi, nella sua fase trionfante e contro i disastri del centrosinistra campano. E ottenendo il 5 per cento in più della coalizione, 200 mila voti personali" ricorda il sindaco di Salerno, che, ricordiamolo, nel 2010 venne sconfitto dall'attuale presidente della Regione Stefano Caldoro (54,2% contro 43,04%).

Nell'intervista pubblicata oggi sul Fatto il sindaco viceministro interviene anche sul suo doppio incarico: "Fino ad oggi nessuno ha rilevato lo scandalo vero: il mancato rispetto della legge 81 sulle competenze del viceministro. Con una crisi drammatica in atto, non si completa l’organizzazione di un ministero chiave. Si è detto: finché non decadi da sindaco è impossibile. È falso due volte. Primo, perché due ministri (Delrio e Zanonato) hanno ottenuto ed esercitato le deleghe, essendo ancora sindaci. Secondo, perché la proposta (provocatoria e inconsistente) mi era stata fatta, ma era contro la legge 81. In realtà, siamo di fronte a un ricatto politico. Si teme una presenza libera e autonoma. Io sono contro le lobby di potere burocratico-affaristico. Sono per smantellarle. Sono per sburocratizzare tutto".

Po,i parlando della mancata attribuzione delle deleghe da viceministro, ammette: "Il problema non è Lupi, che cerca di difendere le sue posizioni. Il problema è il Pd. Dove si è deciso di consegnare al monopolio di Ncd il più grande comparto di spesa pubblica del Paese?". Di qui la replica alla Carfagna che ha definito "grottesco" il caso della suo doppio incarico: "Petali di rosa alla Carfagna. Ho subìto una campagna di aggressione, e pagato un prezzo. È difficile parlare di “deleghe ministeriali” alla gente. E poi, c’è chi è interessato non a capire e spiegare, ma a fare moralismo vacuo. Accendiamo i riflettori su tutto. Promuoviamo un dibattito pubblico. Mi porti gli anticasta. Io verrò ricco del mio stipendio attuale di 3.750 euro netti (senza altre indennità, e senza tredicesima)".

Il primo cittadino coglie l'occasione anche per difendere la scelta dei suoi figli (Piero e Roberto) di fare politica: "In Italia parlano di familismo tutti quelli che hanno risolto i loro problemi di famiglia. Sono fiero dei miei figli. Uno sta all’estero da anni per vivere; e un altro si cerca il lavoro in giro per l’Italia, pagando sulla pelle la scelta di libertà del padre. Se hanno passione politica, la vivano come tutti. Il loro futuro sarà quello che si conquisteranno con il sacrificio e il valore professionale".

Infine difende l'accordo tra il Cavaliere e Renzi: "Berlusconi è vivo, e pesa. Perché pesa il blocco di interessi, il senso comune di un’Italia conservatrice, che non è scomparsa. Lo sforzo di Renzi è quello di intercettare il voto moderato, di ricreare speranza e senso del futuro. Il governo ha prodotto cose utili, in un contesto difficile. Ma occorre una svolta, e ben altra concretezza, nei tempi e nei risultati. Una vicenda come l’Imu è demenziale, offensiva per i comuni e per i cittadini. Rischiamo di pagare caro. E penso al ministero. Mentre Renzi lancia il tema del lavoro, come si può immaginare di produrre risultati, senza poter orientare il più grande soggetto di investimenti e di lavori pubblici in Italia; senza una sburocratizzazione radicale?".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Elezioni regionali, l'annuncio a sorpresa di De Luca: "Non mi ricandido contro Caldoro"

SalernoToday è in caricamento