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Caos alla Fondazione Ravello, si dimettono De Masi e tre consiglieri

Il noto sociologo, eletto alla presidenza solo pochi mesi fa, ha firmato la lettera con cui lascia l'incarico. Con il presidente abbandonano il cda Mario Rusciano e Paola Servillo

Caos alla Fondazione Ravello. A distanza di tre mesi dalla formazione del nuovo consiglio d’amministrazione, con il ritorno alla presidenza di Domenico De Masi, il sociologo ieri ha firmato la lettera di dimissioni dall’incarico e l’avrebbe inviata alla Regione Campania, alla Provincia di Salerno e al Comune di Salerno. Con il presidente hanno lasciato il CdA Mario Rusciano e Paola Servillo, sorella di Toni e Peppe. Contemporaneamente Manuela Rafaiani ha presentato le dimissioni dal consiglio di indirizzo.

Ma ecco la lettera (pubblicata da Repubblica) con cui i diretti interessati hanno comunicato agli Enti membri della Fondazione le dimissioni dai rispettivi incarichi. Il testo è molto chiaro e netto: "Avevamo accettato con grande entusiasmo! L’intento era quello di fare di Ravello la Salisburgo del Sud-Europa, e destagionalizzare il turismo. Sapevamo che avremmo incontrato delle difficoltà e che avremmo dovuto lavorare sodo, gratuitamente e con abnegazione. Infatti non si trattava soltanto di raccogliere serenamente il testimone nella governance di una Fondazione culturale, ma di avviare una fase nuova e complessa, senza inutili recriminazioni e negazioni del passato".
 
"Purtroppo - scrivono De Masi, Rusciano, Servillo e Rafaini - da agosto a novembre abbiamo avuto modo di capire che, tra lettere, verbali, mancate nomine, confronti con avvocati, conti e incerte risorse finanziarie spendibili, il nostro era un sogno non realizzabile. Le difficoltà si sono rivelate di gran lunga superiori a qualsiasi nostra aspettativa. Possiamo dunque ora affermare che, durante questi mesi e contrariamente ai nostri intenti, nella Fondazione Ravello la logica politico-burocratica ha prevalso nettamente su quella artistico-culturale, fino ad alterare la natura stessa della Fondazione. La quale - ricordano - nacque a suo tempo proprio per funzionare con criteri, tempi e metodi tutt’altro che burocratici, comunque diversi da una pubblica amministrazione. E’ indispensabile che tale diversità sia condivisa da tutti i consiglieri".
 
E, invece, non è andata così. "Un clima rissoso e di mancata reciproca fiducia - denunciano a gran voce - ha fatto sì che ci trovassimo a giocare una partita nella quale non siamo esperti giocatori. E allora, nella consapevolezza che, nonostante ogni sforzo, non siamo in grado di realizzare il progetto immaginato,  teoricamente di grande rilievo per Ravello e per la Campania, riteniamo inevitabile rassegnare le nostre dimissioni dalle cariche, rispettivamente, di presidente, di consigliere di indirizzo e di consiglieri di amministrazione della Fondazione, alla quale comunque - concludono - auguriamo sinceramente le migliori fortune per il perseguimento dei suoi scopi istituzionali". 
 

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