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Rifiuti e tangenti, il M5S: "I De Luca devono dimettersi". Renzi resta garantista

Il candidato premier dei grillini va all'attacco di Roberto De Luca e di suo padre Vincenzo. Forza Italia sull'inchiesta giudiziaria: "A che titolo un assessore del Comune si occupa di appalti sui rifiuti incontrando un ex boss?"

Nonostante la difesa a spada tratta nei confronti di Roberto De Luca, da parte dell’avvocato Castaldo e del padre Enzo (governatore della Campania), si inasprisce il dibattito politico sull’inchiesta giudiziaria che vede indagato l’assessore comunale al bilancio di Salerno con l’accusa di corruzione.

Le reazioni

I commenti più duri arrivano dal Movimento Cinque Stelle che, domani, presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione e organizzerà due flash mob da tenere contemporaneamente a Palazzo Santa Lucia e a Palazzo di Città con candidati, attivisti, parlamentari e cittadini. Ci va giù duro Luigi Di Maio: “Questi – dice il candidato premier dei grillini  indicando un’immagine di Roberto De Luca – sono i volti degli assassini politici della mia gente. Chiederemo le dimissioni di questi rifiuti politici”. Gli fa eco Alessandro Di Battista: “Come li chiamareste voi quelli che nascondo rifiuti tossici o i politici corrotto che ci guadagnano con tutto questo? Io in un solo modo: assassini”. Mentre il capogruppo alla Regione Valeria Ciarambino tuona: “Non c’è bisogno di attendere l’esito dell’indagine giudiziaria per avere la conferma che in Regione Campania esiste un sistema familistico dei De Luca, una dynast che concentra il potere nelle mani degli stretti congiunti del governatore”. Critiche anche dal vice coordinatore provinciale di Forza Italia Roberto Celano che si domanda: “Quale ruolo ha il governatore in questa vicenda? E’ pensabile che un figlio parli di appalti e di Regione, dimostrando forti interazioni con l’apparato burocratico, senza che il padre fosso a conoscenza di nulla?”. E ancora: “A che titolo un assessore del comune di Salerno si occupa di appalti per smaltimento di rifiuti, incontrando perfino al suo studio l'ex boss della camorra Bruno Perrella?”.

Non si sbilancia e conferma la linea garantisca il segretario nazionale del Pd Matteo Renzi: “Io sono garantista, penso che un avviso di garanzia non sia una sentenza, penso voi abbiate il diritto e il dovere di mostrare le vostre carte e la vostra innocenza e di provarla come pure faranno gli altri indagati ma non potete chiedere a me finche’ c’è la magistratura in campo, di mettere la mia parola o il naso in questa dinamica: finchè c’è la Magistratura i politici è meglio che tacciano. Su questa vicenda c’è un’indagine di Fanpage.it ed è un’indagine giornalistica. Ma c’è anche un’indagine della Magistratura che non riguarda soltanto alcuni politici che hanno ricevuto un avviso di garanzia ma riguarda anche voi di Fanpage.it”.

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