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Istituti di partecipazione, bocciato il Regolamento del Comune: esulta l'opposizione

Secondo i giudici del Tar Salerno tale regolamento, che esclude i residenti da meno di cinque anni, viola la Costituzione

Il Tar di Salerno conferma le critiche dell’opposizione di centrodestra e M5S: il Regolamento per gli istituti di partecipazione viola l’articolo 3 della Costituzione. E lo fa nella parte in cui non consente ai residenti da meno di cinque anni del Comune, nonostante siano iscritti alle liste elettorali del Comune, di proporre istanze e petizioni e di promuovere il referendum consultivo.

Il verdetto

Una previsione che – secondo i giudici – istituisce una “sorta di graduatoria degli aventi diritto in evidente violazione dell’apicale principio di uguaglianza tra i cittadini”. Una sonora bocciatura del Regolamento, adottato lo scorso settembre dal consiglio comunale sotto la spada di Damocle del commissario ad acta nominato dal difensore civico regionale, sempre su ricorso dei grillini, per sopperire a un ritardo ventennale del Comune di Salerno.

Le reazioni

A farsi promotori dei ricorsi sono stati gli attivisti del Movimento Cinque Stelle che avevano impugnato l’atto approvato dall’assise municipale. Esulta anche il centrodestra. “E’ la cronaca di una morte annunciata”, dichiara l’avvocato Antonio Cammarota, presidente della Commissione Trasparenza: “Lo sapevamo, lo avevamo detto, quei punti erano assolutamente illegittimi e incostituzionali, non si può pensare di limitare il diritto agli Istituti di Partecipazione a chi risiede da oltre 5 anni, quando per votare il consiglio comunale si può tranquillamente essere residenti da qualche settimana”, chiosa Cammarota, che aggiunge “ tantomeno si può limitare la partecipazione del cittadino con norme astruse e incomprensibili”. Il presidente della Commissione Trasparenza rilancia: “Così come avvenne nella istruttoria di preparazione degli Istituti di Partecipazione, con la redazione di una mia bozza poi completamente disattesa e rinnegata, anche questa volta lavoreremo in seduta congiunta con la Commissione Statuto per porre rimedio al guasto denunziato dal Giudice amministrativo, ma anche ad altri che sono sotto gli occhi di tutti, come la mancanza del Difensore Civico “.

Gli fa eco il capogruppo di Forza Italia Roberto Celano: “Ancora una volta avevamo ragione. In Consiglio Comunale avevamo sottolineato errori e profili di illegittimità nel regolamento, poi approvato senza alcuna correzione da noi suggerita, relativo agli Istituti di partecipazione. Eravamo, invero, disponibili a votare il testo cui aveva meritoriamente lavorato la Commissione Trasparenza ed in particolare il Presidente avv. Cammarota che avrebbe davvero garantito trasparenza amministrativa e partecipazione. Chiesi successivamente, inascoltato, in adunanza dei Capigruppo,  alla luce anche del ricorso presentato, di riportare il suddetto regolamento in Consiglio Comunale per modificarlo in autotutela ed eliminare errori e profili di illegittimità. L'arroganza del potere ha indotto invece i governanti ad andare avanti senza indugio e senza tener conto dei ragionevoli rilievi evidenziati. Ci ha pensato, come prevedibile, Il Tar Salerno a rilevare profili di illegittimità ed a penalizzare le scelte dell'amministrazione ed a dimostrare ancora una volta che il Comune di Salerno è amministrato da dilettanti allo sbaraglio!”

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