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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Legge Severino, De Luca ironizza su Rai3: "Devo tagliarmi le vene?"

L'ex sindaco di Salerno a tutto campo: rivendica le primarie, ma poi attacca senza mezzi termini la vecchia classe dirigente del Pd, Roberto Saviano e anche Italia Nostra

Tra ironie varie e domande scomode è andata in onda su Rai3, nel primo pomeriggio di oggi, l’intervista di Vincenzo De Luca alla trasmissione In Mezz’ora condotta da Lucia Annunziata, nel corso della quale si sono toccati tutti i temi all’ordine del giorno. Il primo, naturalmente, è stato quello sulla Legge Severino, che, allo stato attuale, impedisce all’ex sindaco di Salerno di essere eletto governatore della Campania.

Per prima cosa De Luca ha rivendicato il successo delle primarie: "Farle svolgere è stato un atto di coraggio da parte di Renzi e della segreteria nazionale del Pd. Io devo garantire al partito una sola cosa: di poter combattere a testa alta nei confronti di chiunque e dovunque e di poter affrontare i tempi della questione morale pubblica e privata con chiunque. Tutto il resto è aria fritta”. Inevitabile toccare lo scottante capitolo della Legge Severino: "Può stare dove sta, perché quando scatta, un minuto dopo interviene il Tar, come si è visto a Napoli, e re-insedia al potere gli eletti. Quindi il problema è del parlamento italiano. Il dibattito - ha aggiunto De Luca - ha assunto un carattere teologico e a me sembra di seguire il Concilio di Nicea. La Severino deve avere due obiettivi: cacciare dalle istituzioni i corrotti e i tangentisti ma garantire le persone perbene. In questo momento, però, esprime un paradosso, che per un suo articolo si presenta come unica legge ad personam, perché in Italia viene applicata per i sindaci, gli amministratori pubblici, i funzionari pubblici ma non per i parlamentari e i membri del governo. Com’è possibile?”.

Per questo, stuzzicato da Lucia Annunziata, rivendica la sua discesa in campo: "Io mi sono candidato essendo nelle regole e dentro il codice etico del Pd e rispettando tutte le leggi dello Stato che mi consentono di essere candidato. Poi se dovesse interviene la Severino ne prenderò atto”.  E quando la nota giornalista Rai gli ricorda che Barraciu e Richetti hanno rinunciato alle loro candidature, rispettivamente in Sardegna ed Emilia Romagna, per via sempre della Severino, De Luca replica: "Io non ho imbarazzo, ma ho voluto che si accendessero i riflettori nazionali su questa vicenda perché nessuno ha detto nel merito in cosa consiste questa condanna in abuso di ufficio. Io sono l’unico al mondo condannato per reato linguistico. La mia condanna consiste nell’aver utilizzato otto anni fa la parola project manager invece che coordinatore di un gruppo di lavoro. Lei pensa - ha detto rivolgendosi alla Annunziata - che davanti a questa demenzialità giudiziaria mi fermo?”.

L'ex primo cittadino, però, sembrava essere andato in difficoltà quando si è entrati nel merito della condanna in primo grado per la vicenda del termovalorizzatore, ma poi ha tenuto testa alla "maliziosa" giornalista, come lui stesso l'ha definita. Sulla nomina del suo capostaff, De Luca avverte: “Rischia pure Renzi che sta adoperando l’espressione Jobs Act che non è nella legge dello Stato. Quindi stia attento. Su proposta del responsabile del progetto ho nominato un project manager, era una persona capace e competente. Non era il mio capostaff, ma il migliore dirigente che avevamo e che ha percepito in un anno e mezzo di lavoro la bellezza di 8 mila euro netti. Sono cose ridicole”. Poi torna a parlare della Legge Severino e dello stop alla modifica arrivato dal premier: "Ha fatto bene a dire che il governo non modifica niente perché questa è responsabilità del parlamento. E a non esporsi al senso comune un po’ idiota che parla della Severino come di un evento teologico di questo Paese. I parlamentari sono abbastanza invigliacchiti e intimiditi perché c’è un clima nazionale fatto di nulla che non arriva mai alle questioni di merito".

Ma De Luca si spinge oltre e attacca a spada tratta la vecchia classe dirigente del Pd e anche Bersani, che aveva precedentemente sostenuto alle primarie nazionali facendolo venire anche a Salerno. "Quello che mi ha motivato alla scelta di Renzi era l’immagine di sclerotizzazione del gruppo dirigente nazionale, l’incapacità di comunicazione e la totale referenzialità. Lui ha dato un messaggio convincente”. A questo punto interviene Annunziata che gli ricorda come lui abbia la stessa età di quel gruppo dirigente: “Cosa mi propone, di tagliarmi le vene? Renzi ha fatto benissimo a rottamare tutti perché eravamo arrivati a un punto tale di sclerotizzazione del partito che bisognava per forza rottamare. E’ un termine che non mi piace applicato alle persone, ma andava data una spallata a quel gruppo dirigente. Oggi si apre invece una nuova fase”.

Poi risponde a Saviano, che aveva invitato i cittadini campani a non andare a votare per le primarie del Pd: "Io ho molto rispetto per lui, ma deve fare attenzione a non innamorarsi della propria immagine. Se mi capiterà di parlarci lo farò con piacere e lo inviterò a fare i nomi e i cognomi”. E lancia una stoccata agli ambientalisti salernitani: "Italia Nostra? Casomai Italia Loro. Io vado avanti e me ne frego. Va benissimo il confronto con tutti, ma alla fine va chiarito chi decide”. Infine prende le distanze da Salvini: "Io sono un'altra cosa, ma la sinistra o impara a governare il tema della sicurezza in materia seria e non ideologica oppure fa un grandissimi regalo a Salvini". La trasmissione si è conclusa con i sorrisi sia di De Luca che di Annunziata, la quale ha salutato il suo ospite con un lapsus: "Grazie sindaco".

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