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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Principato di Salerno, la Corte di Cassazione deciderà il 2 dicembre

La Cassazione dovrà decidere se sono sufficienti i "sì" di un terzo dei comuni salernitani o se è necessario il "sì" di un terzo degli elettori di tutta la regione Campania. La Corte Costituzionale aveva detto no

La Corte di Cassazione si esprimerà il 2 dicembre sul referendum per la costituzione della 21° regione italiana, dopo la richiesta della provincia di Salerno di staccarsi dalla Campania e diventare appunto la regione denominata "Principato di Salerno".

Lo ha reso noto all'ANSA Corrado Carnevale, presidente dell'Ufficio per il referendum della Cassazione. "Decideremo se a supportare questa proposta sia sufficiente il parere favorevole di un terzo dei consigli comunali del salernitano o se sia necessario il via libera di un terzo degli elettori dell'intera Campania", spiega Carnevale aggiungendo che "è la prima volta che viene promosso un referendum sull'istituzione di una regione".

La "secessione" del territorio provinciale di Salerno era stata proposta dal presidente della provincia Edmondo Cirielli, ma di recente era stata bocciata dalla Corte Costituzionale, nonostante appunto gran parte dei comuni salernitani, tramite il consiglio comunale, aveva detto "sì" alla proposta di un referendum, "in parte perchè inammissibile e in parte perchè infondata".

Sul distacco della provincia di Salerno dal resto della Campania, ha spiegato Carnevale, "c'è la convergenza di quasi tutti i consigli comunali del salernitano. E' la prima volta che accade una cosa del genere, mai nessuna regione aveva chiesto di scindersi. Se accadesse - ha proseguito il presidente dell'Ufficio referendum della Cassazione - la Campania sarebbe composta dai soli territori delle province di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta".

Naturalmente "non si tratterebbe di un principato vero e proprio - precisa Carnevale - perchè non c'é alcuna dinastia che rivendica quel territorio, ma ugualmente lo Stato dovrebbe intervenire con una legge apposita che prenda atto di quel referendum particolare che riguarda il cambiamento dei territori e che viene promosso dagli enti locali". Ora tocca alla Cassazione esprimersi. "Per questo tipo di referendum territoriale - dice Carnevale - non serve la raccolta delle 500mila firme, ma una delibera degli enti locali".

 

 

 

 

 

 

 

 

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