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Scafati, Aliberti scrive ai cittadini: "Non sono un camorrista, lo dimostrerò"

In una lettera pubblica il sindaco si difende dalle accuse giunte dall'opposizione di centrosinistra e conferma la sua intenzione di ricandidarsi alle elezioni comunali

Pasquale Aliberti si difende e va avanti. In una lettera pubblica indirizzata ai suoi concittadini, il primo cittadino di Scafati rivendica la sua azione amministrativa e conferma che si difendere dalle accuse che gli sono piovute addosso nelle ultime settimane dalla Procura di Salerno e ieri dal centrosinistra: “Non sono un camorrista, lo dimostrerò alla magistratura”. “Più di sette anni – scrive il primo cittadino - sono trascorsi da quando per la prima volta mi avete scelto come sindaco della nostra città; è stato un periodo bellissimo nel quale ho potuto realizzare il mio sogno di sempre, provare a costruire, progettare, migliorare, abbellire la nostra Scafati, la città che amo e nella quale ho sempre vissuto, nella quale spero che continuino a vivere i miei figli. Oggi però - spiega - mi trovo a vivere un momento difficilissimo per la mia vita personale e familiare, oltre che per la città tutta: mi vengono rivolte accuse pesantissime rispetto alle quali non riesco a restare indifferente. Il rispetto e la piena fiducia che ho nella magistratura e la mia attività di questi anni che è stata sotto gli occhi di tutti, non fermano però i miei oppositori dal gettarmi addosso quotidianamente fango e veleno, tentando di utilizzare un'inchiesta appena aperta e le pur gravissime ipotesi di reato come una condanna senza appello, anche se nulla ancora si conosce dei fatti che sarebbero oggetto di accertamento”. 

Aliberti è un fiume in piena: “Sono andati a denunciare presso le Procure che io sarei il mandante politico di attentati dinamitardi fatti a parenti di consiglieri comunali, si vantano di aver dato avvio all'inchiesta con le loro denunce, mi minacciano di ritenermi responsabile di qualunque cosa dovesse in futuro accadere a qualcuno del loro partito: lo dicono in modo violento e spudorato dai palchi e sui giornali. Nessun uomo, cari concittadini, per quanto appassionato di politica e di questa città come lo sono io, può subire tanta violenza restando indifferente: per loro sono un camorrista, un killer, un bombarolo. Io ho paura di tutto questo, perché è chiaro che hanno anche doti da veggenti e la capacità di prevedere eventi criminali, ho paura perché non c'è difesa possibile rispetto alla inaudita violenza e alla intimidazione che usano nei miei confronti”.

“Io – tuona il sindaco di Scafati - non sono né un camorrista né un malfattore e lo dimostrerò nelle sedi competenti, come ho già iniziato a fare mettendomi subito a disposizione degli inquirenti. Devo però anche rimettere il mio mandato nelle mani di chi me l'ha per ben due volte affidato, lasciando giudicare ai miei concittadini la qualità del mio impegno di questi anni.I miei oppositori vorrebbero semplicemente che mi dimettessi, restandomene a casa per sempre e risolvendogli il problema della mia ingombrante presenza ma, cari cittadini e cittadine scafatesi, io questa città la amo e la vivo ogni giorno, a differenza di molti dei miei oppositori, che di Scafati parlano soltanto, preferendo svolgere la loro vita quotidiana in città più blasonate e consone alle loro abitudini”

Infine ribadisce la sua linea: “Non intendo lasciare comodamente spazio a chi, risultando sempre bocciato dagli elettori, vuole distruggermi come persona umana prima che come politico: è per questo motivo che ritengo giusto rimettere nelle vostre mani il giudizio, chiedervi di decidere e scegliere: decidere se la mia storia politica, la storia della nostra città in questi sette anni è stata una storia di malaffare, di camorra, di vessazioni, come tentano di farvi credere ad ogni angolo di strada, o se è stata, come io l'ho vissuta, la storia di una passione, del tentativo di un giovane di questa terra di dare a questa stessa terra risposte, speranze e progetti. Io ho paura di questa gente, ma non ci sto” conclude Aliberti. 
 

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