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Duplice omicidio a Fratte, il centrodestra: "Non siamo un'isola felice, evitiamo un'altra Gomorra"

Gli esponenti dell'opposizione cittadina lanciano l'allarme sicurezza dopo gli episodi di violenza verificatisi prima nei rioni collinari e ieri nel quartiere Fratte

Raffica di reazioni politiche al duplice omicidio verificatosi poco dopo le 16 nel quartiere Fratte a Salerno. Tra i primi ad intervenire sono gli esponenti del centrodestra salernitano che lanciano l’allarme sicurezza: “Non c’era bisogno del tragico fatto di camorra di oggi pomeriggio a Salerno per avere conferme che la città di Salerno non è un’isola felice e pur non volendo strumentalizzare un episodio che riporta la memoria ad anni che speravamo archiviati, ribadiamo l’urgenza di mantenere alta l’attenzione sul controllo e la sicurezza troppo spesso confinata nella rappresentazione di una presunta città felice ed europea a fenomeni episodici e limitati al controllo della movida” dichiara il candidato al consiglio regionale di Forza Italia Gigi Casciello.

Gli fa eco il commissario provinciale azzurro Enzo Fasano: “Attendiamo gli sviluppi di tale drammatico fatto, nella certezza che ci rivolgeremo al Governo affinché non vi sia una escalation malavitosa che possa prendere pericolosamente piede nella nostra città". Per il presidente regionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Antonio Iannone “nella Salerno città europea solo nello sproloquio patinato del sindaco emerito si spara e si ammazza in strada. Una vergogna che lascia interdetti tutti i cittadini onesti”. Drastico anche il commento del consigliere comunale di centrodestra Roberto Celano: “Dopo Ogliara, si spara a Fratte. Nella città dell'ex sindaco con atteggiamenti da sceriffo sembra ormai di vivere il far west. Salerno non è per nulla un'isola felice. La sicurezza deve essere una priorità da perseguire con maggiore controllo del territorio e coordinamento delle forze di polizia”.

Mentre Rosario Peduto propone una “marcia della legalità e della sicurezza che muova dai quartieri collinari della città e smuova le coscienze "anestetizzate" di una comunità cittadina che, continuando a credere alla favoletta della città europea, rischia di ritrovarsi invischiata nel gravissimo radicamento, in evidente evoluzione, di una Gomorra nostrana”.

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