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Inchiesta Corte dei Conti su partecipate in Regione, De Luca e Caldoro invitati a fare chiarezza

L'inchiesta è partita da un esposto presentato dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle con il quale i pentastellati ipotizzavano un "danno erariale conseguente alla costituzione" della Commissione

Inviti a dedurre per 33 consiglieri regionali della Campania - tra questi anche il presidente del Consiglio regionale Rosa D'Amelio e il presidente della Regione Vincenzo De Luca - sono stati emessi dalla Procura della Corte dei Conti della Campania nell'ambito di un'inchiesta sulla costituzione della Commissione d'inchiesta sulle società partecipate, consorzi ed enti strumentali dipendenti dalla Regione. L'inchiesta è partita da un esposto presentato dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle con il quale i pentastellati ipotizzavano un "danno erariale conseguente alla costituzione" della Commissione, presieduta dal consigliere Luciano Passariello di Fratelli d'Italia.

L'esposto

Nell'esposto i pentastellati hanno ricostruito le attività della Commissione d'inchiesta dalla sua costituzione nella seduta consiliare del 9 dicembre 2015, passando per la riunione di insediamento del 19 gennaio 2016 fino alle due proroghe per ulteriori 6 mesi, la prima nel corso della seduta consiliare del 26 luglio 2016 e la seconda il 29 dicembre 2016. Dopo la presentazione dell'esposto, la Commissione d'inchiesta sulle partecipate regionali è stata prorogata altre due volte, l'11 luglio 2017 e il 30 gennaio 2018. Nell'esposto viene inoltre sottolineato come lo Statuto regionale preveda per le Commissioni d'inchiesta una "durata massima di 6 mesi". Questi i consiglieri destinatari delle contestazioni formali emesse dalla Procura della Corte dei Conti della Campania: Tommaso Amabile, Enza Amato, Flora Beneduce, Francesco Emilio Borrelli, Stefano Caldoro, Luca Cascone, Mario Casillo, Tommaso Casillo, Armando Cesaro, Maria Antonietta Ciaramella, Rosa D'Amelio, Vincenzo DE Luca, Carmine DE Pascale, Maria Grazia Di Scala, Aniello Fiore, Alberico Gambino, Stefano Graziano, Carlo Iannace, Alfonso Longobardi, Vincenzo Maraio, Antonio Marciano, Carmine Mocerino, Erasmo Mortaruolo, Gennaro Oliviero, Monica Paolino, Luciano Passariello, Francesco Picarone, Alfonso Piscitelli, Loredana Raia, Maria Ricchiuti, Ermanno Russo, Michele Schiano di Visconti, Raffaele Topo, Gianpiero Zinzi.

Il commento

"Per due anni abbiamo denunciato puntualmente l'illegittimita' delle proroghe concesse per i lavori, rivelatisi tra l'altro inconcludenti, della Commissione d'inchiesta sulle societa' partecipate della Regione Campania. Abbiamo presentato ben due esposti, grazie ai quali oggi la Corte dei Conti ha aperto un'indagine per danno erariale, notificando avvisi a dedurre per 34 consiglieri regionali. Siamo curiosi di sapere quale sara' la posizione, di fronte ai magistrati contabili, del governatore De Luca, della presidente D'Amelio, di Caldoro, Marciano, Cesaro e del paladino della legalita' Francesco Emilio Borrelli. Come Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale siamo stati gli unici a esprimere voto contrario alle richieste di proroga, richiamando il combinato Statuto e Regolamento che vieta le proroghe e anzi stabilisce, con l'articolo 44 comma 4, che i lavori non superino i 6 mesi. In questo caso sono state chieste e ottenute ben tre proroghe". E' quanto denunciato dalle consigliere regionali della Campania del Movimento 5 stelle Valeria Ciarambino e Maria Muscara. "Il dato paradossale è che, nonostante due anni, tre proroghe illegittime e ulteriori sessanta giorni non previsti dallo statuto regionale, è stato a tal punto inconcludente il lavoro della Commissione, che all'esito dei lavori il presidente Passariello si è addirittura vergognato di leggere la relazione in aula, limitandosi a inviarla via mail - hanno concluso - L'unico risultato ottenuto, come conferma l'indagine della magistratura contabile, è quello di aver sperperato impropriamente il denaro pubblico, ben 300mila euro tra ufficio di presidenza e spese per il personale assegnato di supporto".

I costi e i retroscena

Secondo i magistrati contabili, la Commissione speciale era un "inutile doppione" rispetto ad altre strutture interne ed esterne al Consiglio regionale della Campania ed ha provocato un aggravio di costi per la collettività di oltre 311mila euro, calcolati al 31 dicembre 2018. I magistrati contabili, però, stanno facendo ulteriori verifiche e la somma potrebbe anche aumentare. La Procura della Corte dei Conti della Campania, in sostanza, ipotizza che la costituzione di quella commissione sia stata assolutamente illegittima, inutile e anche dannosa. La sua inutilità era stata anche segnalata da una dirigente dell'Ufficio legislativo della Giunta regionale della Campania la quale aveva anche evidenziato l'esistenza di numerosi apparati impegnati in materia di società partecipate. Nonostante la segnalazione, la costituzione della Commissione di inchiesta sulle società partecipate, consorzi ed enti strumentali dipendenti dalla Regione Campania è stata approvata a maggioranza (26 consiglieri favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti) il 9 dicembre del 2015. L'insediamento e la costituzione invece avvennero nel corso della seduta consiliare del successivo 19 gennaio: presidente fu eletto Luciano Passariello (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale), consigliere con funzioni di vice presidente Gianluca Daniele (Pd) e Monica Paolino (Forza Italia) fu eletta consigliere con funzioni di segretario. Le richieste di proroga vennero approvate per altre tre volte (il 29 dicembre 2016, l'11 luglio 2017 e il 30 gennaio del 2018) e la commissione rimase in vigore fino al 19 marzo 2018, dopo avere preso in analisi complessivamente le situazioni gestionali di una dozzina di enti della cosiddetta "galassia regionale" riportate brevemente in una ventina di pagine di relazione finale consegnate il 20 marzo 2018. Dati - sottolineano gli inquirenti - che potevano essere acquisiti anche attraverso l'esame di alcuni dei siti istituzionali. L'ufficio di presidenza è costato, tra il 2016 e il 2017, oltre 87mila euro mentre oltre 203mila euro sono costate le cinque unita' costituenti il personale. A questa somma vanno anche aggiunti i costi della proroga di altri due mesi votata per alzata di mano il 30 gennaio 2018, che ammonta a quasi 21mila euro.

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