rotate-mobile
social Capaccio

Turismo e rinascimento europeo: l'Audizione del CESE alla Borsa del turismo di Paestum

Presso lo stand del Mibac alla BMTA sarà esposto un pannello di grandi dimensioni per rendere noto il progetto di restauro delle monete di Elea/Velia selezionato per il concorso "Art Bonus"

Un'Audizione Pubblica del Comitato Economico e Sociale Europero (CESE) dal tema Una strategia europea per il turismo e la cultura in un nuovo Rinascimento Europeo, si terrà venerdì 15 novembre a Paestum, presso il Centro Espositivo Savoy Hotel nell’ambito della XXII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.

L'audizione

Il CESE è un organo consultivo dell'Unione Europea e comprende rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori, dei datori di lavoro e di altri gruppi d’interesse con il compito compito fondamentale di formulare pareri nei principali settori dell’attività comunitaria, destinati alla Commissione Europea, al Consiglio dell’Unione Europea e al Parlamento Europeo, fungendo così da ponte tra le Istituzioni decisionali dell’UE e i cittadini dell’Unione.

L’Audizione Pubblica si inserisce nell’ambito dei lavori del CESE, che negli ultimi anni ha dedicato un’attenzione crescente al tema della cultura, promuovendo il rilancio di una nuova strategia europea basata sul parere d’iniziativa che sarà oggetto di discussione venerdì 15 novembre: l’obiettivo di tale parere è quello di fornire alle Istituzioni europee delle iniziative concrete per promuovere la cooperazione in materia di diversità culturale, linguistica e di patrimonio culturale in Europa, e rafforzare la competitività dei settori culturali e creativi.

Il commento

"È indubbio che sia giunto il momento di ripensare il nostro modello di crescita - ha commentato il Presidente del CESE Luca Jahier - dove la cultura possa trovare posto accanto ai pilastri più classici dello sviluppo sostenibile, quello economico, sociale e ambientale. Per realizzare un nuovo Rinascimento europeo, è necessario creare un vero e proprio spazio europeo della cultura fondato su valori comuni, come la solidarietà, l’uguaglianza e la giustizia sociale. L’Europa è una delle regioni più ricche al mondo, e tra queste, in particolar modo l’Italia, per storia, arte, cultura e tradizioni, un immenso patrimonio che da sempre attrae milioni di turisti. Investire in azioni e politiche di promozione del turismo europeo strettamente legato al patrimonio culturale, significa, dunque, puntare su uno dei fattori trainanti del nostro continente, senza dover reinventare niente ma semplicemente valorizzando risorse già esistenti. Mi piace l’idea di un concetto ampio di patrimonio culturale che abbracci storia, arte, antropologia, religione, insomma un patrimonio europeo che ci accomuni, e che possa contribuire a creare un’identità forte. Le persone visitano l’Europa, e in particolare l’Italia, per la sua ricca cultura, la sua arte, la sua cucina, la sua moda e per i suoi inestimabili monumenti antichi. Il nostro continente vanta più siti proclamati Patrimonio dell’Umanità di qualsiasi altro paese al mondo. Forse possiamo affermare che non è il patrimonio culturale a creare un’identità europea, bensì il nostro modo di riflettere su di esso. L’Europa, e in particolare l’Italia, infatti, dovrebbero investire di più su misure e politiche di rilancio e promozione del proprio settore turistico a partire dal comparto più dinamico, quello del turismo culturale che registra ogni anno una crescita sempre più elevata, costituendo un fattore d’integrazione sociale e di sviluppo economico.  Paestum, dove si svolgerà l’Audizione del CESE, è un luogo emblematico - ha proseguito Jahier - una antica città che ha portato diversi nomi, a testimonianza dei cambiamenti della storia che hanno scolpito la sua identità. Questo rappresenta un simbolo delle nostre identità europee, delle multiple storie che forgiano la nostra civiltà, in tutta la sua diversità, e che ci uniscono in una cultura comune. L’Europa è nata grazie al contributo inestimabile di mercanti, accademici, religiosi e artisti, contributo riflesso straordinariamente nel nostro patrimonio culturale. Abbiamo molto da imparare da Paestum, da qui ereditiamo la saggezza dei nostri antenati che ci hanno dato la possibilità di sperimentare e imparare dai loro errori. La nostra identità europea non è mai stata statica, e mai dovrà esserlo se l’Europa vuole rimanere un luogo di potenziale creativo, di democrazia e diritti umani".

Il settore turistico

In Europa, nel 2017, il contributo del settore turistico al PIL è stato pari al 3,9%, e gli occupati rappresentavano il 5% della forza lavoro complessiva. Se si tiene conto degli effetti indotti in termini di spesa, occupazione e viaggi, si arriva al 10,3% del PIL. Il turismo svolge una funzione di traino per numerosi settori industriali di qualità, dall’enogastronomia al settore della moda, dall’edilizia ai trasporti. Il settore sta affrontando, però, una serie di grandi sfide legate in particolare all’instabilità geopolitica e al terrorismo, ma anche alle sfide della digitalizzazione e dell’incessante domanda di servizi sempre più sofisticati, oltre alla crescente competizione con altre destinazioni non europee, che attraggono flussi sempre più numerosi. "Bisogna certamente incoraggiare la riflessione, sviluppare l’apertura nel rispetto dei luoghi storici e dei loro cittadini affinché il nostro ricco patrimonio culturale rimanga vivo e non diventi un mucchio di rovine privo di significato per la storia dei luoghi e delle persone che vi abitano - ha spiegato Jahier - Ognuno di noi è responsabile di preservare questi luoghi e garantirne il significato per le generazioni presenti e future. Per avvicinarsi sempre di più a un modello di turismo sostenibile, è necessario informare e sensibilizzare il turista e anche il consumatore, avere un approccio più responsabile nelle scelte di consumo, che possa tutelare il nostro continente, i suoi abitanti e la sua cultura. Sicuramente un turismo responsabile ed ecosostenibile, che rispetti l’ambiente, l’economia e la comunità locale, è la giusta strada da intraprendere. Per arginare la crisi politica, d’identità e di governance in atto attualmente in Europa, è opportuno ridare alla cultura europea il ruolo di trasmissione di valori identitari attraverso il rafforzamento di percorsi formativi. L’apertura e la diversità della nostra identità possono essere comprese tramite il nostro patrimonio culturale che rappresenta il collante dei popoli europei. È per questo motivo che raccomando che il nostro patrimonio venga fatto conoscere e la storia sia insegnata a tutti i cittadini d’Europa” ha concluso.

La curiosità

Intanto, presso lo stand del Mibac alla BMTA, sarà esposto un pannello di grandi dimensioni per rendere noto il progetto di restauro delle monete di Elea/Velia selezionato per il concorso Art Bonus. Il progetto, nato da una stretta collaborazione tra la Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino e il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno, costituisce un’assoluta novità, in quanto per la prima volta il mecenatismo privato (la Fondazione Nazionale delle Comunicazioni-FNC, Roma) è intervenuto per restaurare, e in tal modo valorizzare, migliaia di monete in preoccupante stato di conservazione, la cui perdita avrebbe cancellato pagine di storia sociale ed economica di una delle più importanti città della Magna Grecia. Gli scavi archeologici condotti a Elea/Velia, colonia greca ubicata nel golfo di Salerno, hanno restituito l’immagine di una vivace città la cui vita copre un arco temporale di oltre 10 secoli, dalla sua fondazione nel 535 a.C. alla fine dell’Impero romano. Le monete ritrovate, circa 10.000 esemplari riferibili alle diverse fasi, hanno un ruolo essenziale per gli studi, ma questo inestimabile patrimonio da tempo attendeva di essere oggetto di un complessivo intervento di restauro, finalizzato a una corretta comprensione, tutela e valorizzazione.

I beni numismatici rinvenuti negli scavi rivestono un particolare interesse perché mostrano un vivido spaccato dell’uso della moneta di piccolo conto, quella funzionale alle transazioni al dettaglio, ovvero quei piccoli strumenti dello scambio che ancora oggi ci accompagnano nella vita di tutti i giorni. Per la fase greca, si tratta di pezzi, prevalentemente in bronzo, riproducenti le divinità del pantheon cittadino (Atena, Eracle o Zeus) prodotti dalla zecca locale, attiva dalla fine del VI al I a.C., che circolavano insieme con moneta proveniente da altre aree della Magna Grecia e della Grecia propria. A queste, a partire dalla tarda età repubblicana fino al V d.C., si sostituiscono le abbondanti produzioni di Roma in bronzo e in argento.Il restauro non solo ha consentito la comprensione di un patrimonio culturale inedito e sottostimato, necessaria per la ricostruzione delle vicende storiche e i processi economici nelle società della Magna Grecia, ma ha offerto anche la possibilità di promuovere la conoscenza di un tesoro che, nonostante la sua mole, è in massima parte sconosciuto.

Un’importante ricaduta di questo intervento conservativo è il potenziamento dell’attrattività delle strutture museali locali, nelle quali saranno esposte le monete. I dati acquisiti saranno fonte di informazioni per la comunità: la moneta antica, infatti, è in grado di offrire un’infinità di stimoli per uno storytelling efficace e accattivante, da realizzarsi anche attraverso strategie di comunicazione digitale differenziate e modulabili, destinate a catturare l’attenzione e favorire il coinvolgimento e la condivisione a più livelli. L’occasione del progetto, inoltre, permette di formare studenti e giovani ricercatori coinvolti nelle attività di ricerca e, in tal senso, rappresenta anche un investimento sul capitale umano del nostro Paese, in termini di opportunità per favorire un’alta formazione tecnico-scientifica e professionale nell’ambito dei beni culturali.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Turismo e rinascimento europeo: l'Audizione del CESE alla Borsa del turismo di Paestum

SalernoToday è in caricamento