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“Una Conexion Fatal”: il nuovo film del regista salernitano Domenico Natella

Natella: "Credo che il formato digitale 4k abbia aiutato il cinema indipendente e nel nostro caso abbia reso le riprese cinematografiche più elastiche, agili, economiche e a volte audaci", incalza Natella

Nuovo film di Domenico Natella, regista e sceneggiatore salernitano, formatore di attori e docente universitario, laureato in lingue e letterature presso l’Università di Fisciano. Formato cinematograficamente presso la New York Film Academy di Los Angeles, Natella è specializzato come film maker digitale unione europea, e anche presso l’Academia Escenicas di Granada in Spagna così come con Emedia Lab di Malaga. Ha scritto e diretto più di trenta progetti audiovisivi tra cortometraggi, videoclip, video danza, video-arte. Ha partecipato a numerosi festival cinematografici vincendo numerosi premi. Nel 2015 il museo Jorge Rando di Malaga gli ha dedicato un evento retrospettivo e invece nel 2017 una retrospettiva dei suoi corti girati in Spagna, Italia, Stati Uniti e Paraguay si è svolta nella Casa Museo Audiovisivo di Asunción “Nunez Soler”, in Paraguay.  “Una Conexion Fatal”: questo il film scritto e diretto dal regista che si trova adesso in fase di montaggio benché le riprese siano terminate nel 2019 e si prevedeva lanciarlo entro quest’anno, ma, la Pandemia Mondiale ha fatto slittare i tempi e i festival e le uscite nelle sale e le possibilità del possibile streaming in piattaforme resta una scelta. Si tratta di un thriller di suspense psicologica, girato da Domenico Natella insieme alla sua crew (nella quale si distaccano il direttore della fotografia Oscar Paciello e il tecnico del suono German Pan Acevedo) nell’arco di due anni, secondo la sua natura di cinema indipendente low budget.

Parla il regista

Può considerarsi una sintesi tra la tradizione del cinema latinoamericano e la sensibilità estetica europea e la sua visione italiana dell’autore stesso. Il film è stato girato interamente ad Asunción, capitale del Paraguay (America del sud), nel centro della città, tra i suoi monumenti, le sue strade, e dentro di due eleganti hotel  ben rappresentativi: l’Hotel Guarani grazie all’appoggio del mentore Attillano Almiron e l’Hotel Factoria grazie alla signora Mussi che ringrazio di cuore.

Per quanto riguarda l’interpretazione attoriale, abbiamo lavorato con nuovi talenti da me scoperti e formati o perfezionati grazie a vari corsi e worshop di cui sono stato docente: Grace Chirife, Felix Ortiz, Carlos Martinez, Claudia Cassera,Felina Rodriguez,Gaby Benitez,Rodrigo Reichardt,Romina Gonzalez, Claudia Zarate, Eva Fleitas,Andy Gonzalez, Francisco Soteras, Alexandra Ayala, Jose Mayor, Glory Insarraulde, Eduardo Garcia. In più, si sono aggiunte, arricchendo al film, le partecipazioni speciali di attori conosciuti localmente quali Gisele Mousques, Robert Grange, Gaby Cubillas, Diana Escobar, Kote Fleitas, Erik Gehre e Neio Caziuraga.

Si tratta, dunque, di un film indipendente: sette storie che s’intrecciano toccando temi sociali d’attualità: la tratta di persone, la violenza di genere, il mondo delle droghe, il mito effimero del mondo dello spettacolo, le relazioni tossiche e distruttive in amore, il tradimento e la vendetta, la seduzione, la morte e la rinascita personale. "Un film sicuramente oscuro in cui volevo mostrare però la possibilità di intravedersi la luce alla fine del tunnel, e la rinascita personale. Credo che il formato digitale 4k abbia aiutato il cinema indipendente e nel nostro caso abbia reso le riprese cinematografiche più elastiche, agili, economiche e a volte audaci. - incalza Natella - Tra i principali personaggi spiccano i ruoli femminili: era mio obiettivo dare luce a personaggi femminili per la psicologia complessa e i numerosi condizionamenti sociali di cui spesso sono vittime. Attratto dal talento, creatività, umanità e generosità delle persone paraguaiane che mi hanno accolto, collaborando attivamente al mio progetto filmico, sono rimasto colpito e affascinato dalla qualità artistica della cinematografia emergente paraguayana seppur non possa contare di un’industria cinematografica formalmente costituita come quella italiana", ha concluso.

 

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