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Salernitana, tra "chiacchiere e tabachiere di legno"

Il futuro del club granata appare ancora incerto per via della scalata al potere di Lotito alla Lega Serie B. Dovesse riuscire il 'colpo gobbo', il patron sarà costretto a cedere la sua quota azionaria al cognato Mezzaroma, ma impazzano le voci su 'ipotesi alternative'

"Chiacchiere e tabacchiere di legno, il banco di Napoli non le impegna", così recita un vecchio proverbio partenopeo - qui parafrasato in italiano per meglio far comprendere il senso - che ben fotografa la situazione attuale della Salernitana al 27 maggio 2017. Questo aforisma popolare diventa ancor più calzante se associato al futuro prossimo della società di proprietà del duo Lotito - Mezzaroma, che attualmente appare nebuloso e contraddistino - appunto - da tante chiacchiere  e poche certezze. 

Messa in archivio la stagione 16-17, le grandi manovre sono (o sembrano) iniziate subito in seno alla società, ma al momento trattasi di fibrillazioni e/o operazioni che riguardano più la sfera politico/societaria che l'ambito più meramente tecnico (aspetto quest'ultimo 'sempre' secondario ed affrontato 'sempre' durante i saldi di fine mercato). Da 24/36 ore infatti, impazzano voci su presunte cessioni di quote societarie della Salernitana da parte di Lotito in favore dell'attuale proprietario della Ternana, al secolo Simone Longarini, pronto a rilevare una parte del pacchetto azionario del club qualora al co-patron granata dovesse riuscire il 'colpo gobbo' in Lega B, acciuffando con un colpo di mano la presidenza (come noto però tale carica entrerebbe in conflitto con la posizione di comproprietario della Salernitana). La classica pietra nello stagno è stata lanciata da un articolo pubblicato su un sito di estrazione umbra (Sportpaper.it), che cita una fonte 'ovviamente' anonima che prefigura l'ingresso nella società granata dell'imprenditore romano: in questo senso, Longarini il primo passo lo avrebbe fatto - sempre secondo il sito umbro - annunciando la sua intenzione di cedere la Ternana al miglior offerente, oppure di consegnare il titolo sportivo nelle mani del sindaco. Situazioni e ipotesi queste, anche suggestive, e per certi versi anche interessanti dal punto di vista della Salernitana (certificherebbero l'appeal che il club granata ha anche fuori dalla regione Campania), ma la sensazione che al momento siano sorrette da gambe troppo corte è forte. 

Certo, quando Claudio Lotito vuole qualcosa - la storia recente lo insegna - solo gli elementi imponderabili (il patron spero ci perdonerà per la citazione ardita al suo torpiloquio) possono fermarlo, figuriamoci quando la posta in palio è il treno - forse l'ultimo - per la scalata in Figc al fianco di Tavecchio. Ma da qui ad immaginare i 'sommovimenti' societari profilati dalla fonte della testata umbra però ce ne passa, soprattutto perché nel mantra lotitiano quello che è acquisito (beni, società, immobili) difficilmente viene associato poi alla parola 'cessione': là dove l'imperatore Claudio ordina di mettere il picchetto del suo quartier generale, difficilmente ci possono essere margini e spazi per trattative concrete per la compravendita del 'territorio' acquisito (la gestione della Lazio in questo senso - nonostante le terribili contestazioni - può essere la prova regina). E comunque, seppure fosse reale l'ipotesi di una cessione del personale pacchetto azionario della Salernitana a terzi e non al cognato Mezzaroma, difficilmente i dettagli sarebbero già emersi a giochi ancora da farsi. No, non è questo il "Lotito Style". Certo, siamo sotto il cielo e tutto può essere sia chiaro, tutto è mutevole, anche il 'Modus Operandi" del patron, ma le perplessità restano. Alla fine, solo il tempo - notoriamente 'galantuomo' - potrà svelarci gli intrighi e gli arcani di questi giorni. 

Ad oggi però, l'unica certezza che si profila all'orizzonte è l'assenza non giustificata della parola 'calciomercato': giocoforza infatti bisognerà attendere almeno fino al 31 luglio prima di iniziare ad assaporare - realmente - l'ebrezza dei sospirati 'colpi di mercato' (tempi comunque coerenti con gli standard un po' alla carlona di questa società), data ultima in cui, in un senso o nell'altro, la matassa politica che sta infiammando in club cadetti sarà finalmente risolta, dipanata, chiusa. Fino ad allora, fino a quando la 'Conquista della Lega' non sarà compiuta e la 'Pax romana' ristabilita, a Salerno nulla si muoverà senza il beneplacito del 'Pontifex Claudio'. Il resto, appunto, le trattative di mercato o presunte tali (Donnarumma pare sia già dell'Avellino, Coda in qualche non ancora ben definito club di serie A e Rosina un calciatore da lasciare in vacanza per il suo rendimento anonimo di quest'anno), non saranno altro che chiacchiere e tabacchiere di legno, che il banco di Napoli (o dovremmo dire di Roma?), non le impegna!

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