rotate-mobile
Attualità Fuorni / Via Tiberio Claudio Felice

Associazione Tutela e Vita: presidio al Centro Commerciale "La Fabbrica"

La tappa ha inteso far luce sulla vicenda del centro commerciale della zona industriale di Salerno improvvisamente chiuso nel silenzio generale

Questa mattina, presso il Centro Commerciale La Fabbrica, si è tenuta una nuova tappa dell'evento Dritti al Punto: tour della Salerno abbandonata promosso dalle Associazioni Salute e Vita ed Help Tutela e sostegno dei consumatori. La tappa ha inteso far luce sulla vicenda del centro commerciale della zona industriale di Salerno improvvisamente chiuso nel silenzio generale. 

Il commento

"Abbiamo incontrato gli operai e i lavoratori per esprimere loro la nostra solidarietà e l’impegno di costringere la politica a prendere in carico la vicenda, insieme al consigliere comunale Giampaolo Lambiase e al sindacalista Angelo Rispoli che ha seguito dall’inizio la vertenza a tutela dei lavoratori - hanno spiegato Lorenzo Forte, presidente dell'associazione Salute e Vita e Nadia Bassano, presidente dell'associazione Help Tutela e sostegno dei consumatori - Ciò che sottolineiamo nell’importanza di questa tappa è che è sempre più chiaro ed evidente che non si tratta di una chiusura che riguarda solo ed esclusivamente un imprenditore privato, come qualcuno vuole far credere,  ma coinvolge decine e decine di lavoratori ed implica la necessità di far luce sui fondi pubblici che sono stati regalati negli anni. Questa situazione infatti parte dal lontano 1997, quando fu deciso di eliminare e sciogliere l’IRI, ente parastatale: in quella occasione fu regalata all’imprenditore Lettieri (a costo 0) la MCM Cotoniere Meridionali con l’obiettivo di rilanciare e qualificare l’attività industriale e soprattutto di mantenere il livello occupazionale e salvaguardare i lavoratori".

"Nel 2003 il Comune di Salerno - hanno continuato - con una variante urbanistica molto discutibile (la cd. madre di tute le varianti urbanistiche che mi vide tra i protagonisti del voto contrario per la speculazione edilizia già evidente che essa nascondeva) decise di  permettere la delocalizzazione in zona industriale trasformando l’MCM in area zona commerciale e residenziale e di fatto regalando il doppio dell’indice edificatorio: dall’indice 3,5 di zona industriale si passò a zona commerciale e residenziale del 7,2 e, tutto ciò con l’impegno di mantenere e garantire il livello occupazionale della nuova fabbrica in zona industriale. Tale vicenda, purtroppo, non è stata mai monitorata e seguita dall’amministrazione comunale di Salerno che, nel 2015, come riportato dalla delibera di giunta consegnataci questa mattina dal consigliere Giampaolo Lambiase, decide di firmare una ulteriore convenzione con il Lettieri dove, ancora una volta, si permette di trasformare una attività industriale (in zona industriale) in centro commerciale ma sempre con la conditio sine qua non di garantire il lavoro ai lavoratori. Quindi, ci teniamo a sottolineare, che fin dall’origine non si è mai trattato di una vicenda in cui un semplice  imprenditore privato investe i suoi soldi ma siamo di fronte ad una circostanza in cui esiste ed è sacrosanto  il dovere delle istituzioni, in particolare del Comune di Salerno, a vigilare e a garantire la tutela dei lavoratori nel rispetto dei patti contrattuali perché l’inadempienza da parte di Lettieri sul mantenimento del livello occupazionale significa perdere automaticamente  anche il motivo per cui fondi pubblici della comunità siano stati negli anni distratti e concessi a lui. Se il lavoro non viene tutelato è pertanto riscontrabile un danno pubblico erariale che riteniamo possa essere segnalato alla Corte dei Conti e ipotizziamo che il responsabile, in virtù del mancato rispetto dei patti, sia in primis il Comune di Salerno. Tutte le agevolazioni concesse dall’amministrazione comunale nel corso degli anni, tutte le varianti al piano regolatore e i fondi pubblici messi a disposizione del Lettieri sono stati giustificati per garantire il lavoro: nel momento in qui questo viene meno bisogna che il privato restituisca quanto ha ricevuto e ci sembra paradossale che l’amministrazione comunale abbia solo pensato di qualificare la vicenda come fatto privato. Questa vicenda è pubblica e per tale motivo chiediamo con forza, come già fatto dal sindacato, l’intervento immediato del Comune di Salerno, e in mancanza del Prefetto: scriveremo nei prossimi giorni una lettera ufficiale destinata al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Prefetto e al Comune di Salerno e al Presidente della Regione Campania affinché si convochi urgentemente un tavolo istituzionale dove si obblighi il Lettieri a trovare una soluzione che garantisca in primis la tutela del lavoro. A tale scopo chiediamo anche al Comune di Salerno che venga istituita una Commissione speciale di inchiesta che faccia luce e che con trasparenza renda pubblica tutta la vicenda relativa alle scelte fatte in questi anni; essa stessa in realtà è solo una delle tante scelte scellerate portate avanti da questo ventennio amministrativo che ha fallito e ha contribuito a distruggere tutte le industrie del nostro territorio. Questa politica delle varianti urbanistiche, infatti, non ha fatto altro che demolire le realtà produttive salernitane, spina dorsale del lavoro della nostra città: citiamo a titolo esemplificativo il Pastificio Amato, la MCM, l’Ideal Standard (con la chimera del Sea Park) e la Finmatica (con la chimera di un polo informatico mai aperto), tutte attività industriali fallite per colpa delle scelte politiche compiute dall’amministrazione comunale che, negli anni, ha favorito solo ed esclusivamente le speculazioni edilizie" hanno concluso. 

"Dritti al Punto: tour della Salerno abbandonata" fa tappa a "La Fabbica" - fotoreporter Guglielmo Gambardella

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Associazione Tutela e Vita: presidio al Centro Commerciale "La Fabbrica"

SalernoToday è in caricamento