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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Assalto ai supermercati per i rincari, c'è chi non rispetta i limiti per le "scorte" di pasta, olio e farina

Non solo lo sciopero degli autotrasportatori, poi bocciato ma in ogni caso confermato da Trasportounito: a spingere i cittadini agli acquisti sono anche i rialzi sul grano e sull'olio legati alla guerra

Scaffali letteralemente svuotati nei supermercati salernitani, in questo week-end. Presi d'assalto, in particolare, i reparti della pasta, dell'olio e della farina nei negozi cittadini. Nonostante l'invito di diversi market a non acquistare oltre 10 kg di pasta, oltre 5 litri di olio di semi e più di 3 kg di farina a famiglia, c'è stato chi, incurante dell'appello dei rivenditori (volto a garantire la possibilità per tutti di provvedere alla spesa), ha riempito carrelli interi di pasta e farina, oltrepassando di gran lunga il limite di acquisto indicato.

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Se, per molti, la corsa alla scorte è legata allo stop dell'autotrasporto (e al conseguente rischio delle mancate consegne di merci alimentari) proclamato a partire da lunedì 14 marzo ma poi bocciato dalla Commissione di garanzia per "mancato rispetto del termine di preavviso di 25 giorni", per altri, a motivare gli acquisti, sono i rincari provocati dalla guerra in corso. Dopo l'aumento alle stelle dei prezzi della benzina, infatti, anche i costi del grano tenero e del mais continuano a salire. Nel dettaglio, il grano ha raggiunto i 405 euro a tonnellata, quasi 80 euro/t in più rispetto a sette giorni prima, la farina ha messo a segno rialzi di 100 euro/t per tutte le varietà e il mais ben 87 euro a tonnellata in più. I dati sono forniti all'Agi dalla Borsa Merci Telematica Italiana. Aumenti consistenti che si traducono in un carrello della spesa più salato, soprattutto per pane, pasta e prodotti legati al mais. Rincari, questi, che vanno ad aggiungersi alle già 'pesanti' bollette di luce e gas. Se nei giorni immediatamente successivi allo scoppio del conflitto russo-ucraino, i forti rialzi dei prezzi dei cereali, semi oleosi e prodotti derivati (farine, oli) erano stati causati dall’interruzione degli approvvigionamenti provenienti dall’Area del Mar Nero, le notizie del blocco alle esportazioni deciso dall’Ungheria, primo paese fornitore dell’Italia sia di grano tenero che di mais e dell’aumento precauzionale degli stock da parte della Bulgaria, hanno causato, nelle giornate di lunedì 7 e martedì 8 marzo, un’ulteriore impennata nel mercato italiano.

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I timori e le decisioni

Tornando alla bocciatura dello sciopero degli autotrasportatori, in ogni caso, resta sulle sue posizioni Trasportounito che conferma la sospensione dei servizi da lunedì. L'associazione sta predisponendo la risposta, nella convinzione che il Garante abbia "preferito ignorare lo 'stato di grave necessità' denunciando gli estremi di uno 'sciopero'. In altre parole invece di valutare e intervenire sulla gravità della crisi in atto, ha preferito rispolverare i criteri di una anacronistica rigidità burocratica, in un momento in cui dovrebbe essere superata". Intanto, però, scendono in campo pure le associazioni della filiera alimentare: "È necessario garantire la consegna dei prodotti alimentari per assicurare le forniture alla popolazione ed evitare speculazioni e scaffali vuoti in un momento di grandi tensioni per la filiera", chiedono Coldiretti, Filiera Italia, Unaproa, Assocarni, Unaprol Impresapesca e Aia. Secondo le associazioni, lo stop dell'autotrasporto potrebbe provocare danni incalcolabili alla filiera agroalimentare in un Paese come l'Italia dove l'85% delle merci viaggia su strada, mettendo a rischio i prodotti più deperibili, dall'ortofrutta al latte, dalla carne al pesce ma anche alimentando una pericolosa psicosi negli acquisti sugli scaffali dei supermercati. "Se il trasporto di alimenti e dell'ortofrutta è remunerato in modo adeguato rispetto ai costi del carburante - replica Trasportounito - i mezzi viaggeranno, ma spesso il maggior costo rimane nei bilanci delle imprese di trasporto. Se i committenti intervengono è un bene e chi ha opportunità di viaggiare lo faccia".

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