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De Luca critica il governo sulla lotta agli scafisti. Poi attacca Iannone (FdI): "Non potrebbe vendere manco il cocco"

Il governatore della Campania, nuovamente, contro il Governo Meloni nel corso della consueta diretta del venerdì su Facebook

Nel corso del consueto intervento del venerdì su Facebook, il governatore della Campania Vincenzo De Luca è tornato ad attaccare il Governo Meloni. Questa volta nel mirino finisce il nuovo decreto che prevede un inasprimento delle pene (fino a 30 anni di carcere) contro gli scafisti che portano illegalmente i migranti in Italia. "Il governo non riesce ad arrestare una decina di ladre che stanno tranquille nella metropolitana di Milano a rubare i portafogli dei viaggiatori e vuole dare la caccia agli scafisti in tutto il globo terracqueo? Sono cose ridicole". De Luca accusa nuovamente il presidente del Consiglio di "demagogia" e di voler mettere in campo "proposte impraticabili". Di fronte a decine di morti, tra cui anche dei bambini, sottolinea De Luca, il governo "riesce a essere irritante", rispondendo con "un'ondata di stupidaggini. La principale - argomenta - è la volontà  di aumentare le pene fino a 30 anni per gli scafisti. Poi parla di campagne di formazione e di campagne di comunicazione nei Paesi di partenza, dimenticando che parliamo di situazioni in cui c'è la guerra civile, bande che hanno occupato pezzi di territorio, dove non ci sono neanche i governi. Con chi facciamo gli accordi? Con chi parliamo?". Per il governatore campano occorrerebbe invece "attivare, per quanto possibile, un meccanismo di aiuti umanitari e fare in modo che siano l'Europa e l'Onu a gestire i centri di raccolta in Libia, Tunisia, Turchia. Daremmo a chi fugge la possibilita' di entrare in un centro di accoglienza dove non subire torture, stupri e violenza".

La polemica sui punti nascita

De Luca poi risponde, insultandolo, un parlamentare salernitano senza fare il nome (probabilmente il senatore Antonio Iannone) che nei giorni scorsi lo aveva criticato per il rischio chiusura dei punti nascita nel salernitano, in particolare a Sapri, rispondendo al governatore sul "pellegrinaggio" che avrebbero dovuto fare i sindaci per avere risposte dal Governo: "Sulla vicenda del punto nascita di Sapri c'è stato un imbecille di parlamentare di Fratelli d'Italia che si è permesso di fare speculazione e di diffondere notizie false, un imbecille che in un Paese civile non avrebbe potuto fare neanche il venditore di cocco e che si trova oggi nel Parlamento nazionale". "Chiarisco - ha aggiunto De Luca - che la Regione Campania ha chiesto le deroghe per i punti nascita, l'8 agosto del 2018, e il Ministero della Salute ha risposto dando parere favorevole ad Ariano Irpino, per un anno a Ischia, Vallo della Lucania, ha chiesto chiarimenti per Sessa Aurunca, e parere negativo per Piedimonte Matese, Sapri e Polla. Noi siamo andati avanti e abbiamo chiesto ancora la deroga. Il 15 ottobre 2019 il Ministero ha espresso nuovamente parere negativo per le richieste in deroga che avevamo rivolto per gli ospedali di Polla, Sapri e Piedimonte Matese. Il 4 gennaio 2023 abbiamo mandato ancora una volta un'ulteriore richiesta al Ministero della Salute, gestito oggi non da Speranza ma da Schillaci voluto da Fratelli d'Italia. Abbiamo scritto che arrivano ancora all'amministrazione regionale dai territori delle province di Caserta e Salerno pressanti richieste finalizzate alla deroga dei punti nascita a Piedimonte Matese, Sapri e Polla. Abbiamo chiesto di comunicare in via definitiva la posizione del Ministero. Sono 3 mesi che il ministro di Fratelli d'Italia non risponde, e poi qualche imbecille di parlamentare di Fdi si permette di fare speculazioni nei territori delle aree interne".

Il salario minimo

De Luca infine si è espresso sul salario minimo proposto dal Pd: "Il salario minimo garantito sarebbe una cosa utile, ovviamente, ma nel Mezzogiorno d'Italia quello che serve non è il salario minimo garantito, ma il lavoro. Il salario minimo è importante, ma se non abbiamo il lavoro anche questa misura rischia di essere un grandissimo vantaggio per il Nord. Il grosso dell'apparato produttivo è al Nord, non al Sud". "Va bene, quindi, la discussione sul salario minimo - ha proseguito - ma ricordiamoci che il problema del Sud è il lavoro minimo, non il salario, quindi gli investimenti”.

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