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Omicidio Vassallo, i fratelli scrivono al ministro Piantedosi: "L'assassino non resti impunito"

Ieri il programma "Le Iene" è tornato ad occuparsi della morte del Sindaco Pescatore di Pollica

Ha esordito ieri il nuovo programma tv targato “Le Iene”. Tra le inchieste proposte, anche quella sull’omicidio di Angelo Vassallo, una morte rimasta, ad oggi, dopo 12 anni, ancora senza un colpevole e senza un mandante. “Fare luce sulla morte di nostro fratello Angelo Vassallo è un dovere verso le istituzioni tutte della Repubblica italiana. Perché uccidere un sindaco, oltre che una ferita profonda inferta ai suoi affetti e alla sua comunità, i cittadini di Pollica, è una ferita all’intero Paese e ai suoi rappresentanti”: ad affermarlo sono Dario e Massimo Vassallo, fratelli del Sindaco Pescatore.

L'inchiesta mai conclusa 

“Le immagini e la ricostruzione di alcune dinamiche proposte ieri in tv, hanno riaperto un dolore atavico, per chi conosceva Angelo. Non è facile vedere proiettati su uno schermo frame di una storia che tocca le corde più profonde del proprio animo, che hanno scosso le coscienze di chi ancora non conosceva il Sindaco Pescatore. Angelo ha pagato con la vita la sua difesa estrema dell’ambiente contro il malaffare. Oggi la sua vita merita memoria e verità. Da troppi anni ci battiamo per affermare la verità”, proseguono i due fratelli.“Al neo Ministro dell'Interno chiediamo di fare chiarezza e a tutti i parlamentari di tutte le forze politiche di sostenere la battaglia per la legalità  – insistono - Dopo dodici anni da quell’orribile atto di violenza, il viaggio dentro l’inchiesta sull’uccisione di Angelo Vassallo nel programma “Le Iene”, realizzato da Giulio Golia e Francesca Di Stefano, che segue con attenzione la vicenda, porta all’attenzione del pubblico il possibile coinvolgimento di alcuni carabinieri legati al traffico di droga segnalato sul porto di Acciaroli.  Ieri, per la prima volta in tv, sono stati resi pubblici alcuni atti desecretati solo di recente, grazie alle mobilitazioni di tutto il Paese. Migliaia di giovani in tutta Italia e nel mondo si sono attivati nel nome di Angelo Vassallo, per proseguire nei suoi ideali e per evitare che l’inchiesta vada in prescrizione senza arrivare ad un colpevole”.Va dunque avanti senza tregua l’attività della Fondazione Angelo Vassallo, l’Istituzione voluta dai fratelli del “Sindaco Pescatore” di Pollica nel Cilento all’indomani del suo assassinio, e guidata dal fratello Dario che ha raccolto il testimone del primo cittadino cilentano e che porta avanti l’opera di memoria, diffusione e condivisione dell’esempio di “Bella Politica” perseguita da Angelo, uomo onesto, rigoroso e umile.

L'appello al ministro 

“Dopo 12 anni dalla morte di nostro fratello, finalmente il 27 luglio 2022 la Procura Antimafia di Salerno ha iscritto nel registro degli indagati 9 persone - affermano Dario e Massimo Vassallo - in un territorio difficile, dove oltre alla responsabilità di uomini dello Stato che hanno tradito lo Stato, c’è anche un indagato che per decenni è stato consigliere comunale e, in questo arco temporale, per due anni consecutivi lo stesso Comune di Pollica ha autorizzato la Sagra del Pesce, in occasione dell’anniversario dell’assassinio di Angelo, il 5 settembre, invece di onorare una figura simbolo del contrasto alle mafie e alla corruzione. Chiediamo al Ministro dell’Interno di fare qui chiarezza, sugli atti e sul loro operato amministrativo. Vogliamo conoscere le responsabilità di questi individui.  Chiediamo ai parlamentari di unirsi a questa domanda di giustizia. È una domanda che si leva da Pollica, il piccolo, incantevole Comune del Cilento che il Sindaco Pescatore amministrava, ma che raccoglie il sostegno dell’Italia intera. L’assassino di Angelo Vassallo non può restare impunito. È ora di dimostrare che c'è la volontà politica di fare luce rendendo giustizia alla memoria di Angelo Vassallo. È un atto dovuto a tutti gli italiani e in particolar modo a tutti quei Sindaci impegnati in prima linea nel nome di Angelo, che si uniscono alla nostra richiesta di non arrestare l’attività della commissione parlamentare d'inchiesta. Il Parlamento ha l'occasione di riscattare 12 anni nei quali non è stato possibile fare luce sull'omicidio di Angelo e portare una verità giudiziaria ad uno dei casi di maggiore rilievo, legato alla politica e all'amministrazione del Mezzogiorno, in particolar modo della Campania”.

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