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Disagi e ritardi per i tamponi: ecco cosa fare in caso di contagio, i tempi di isolamento e le alternative ai molecolari

Medici e gli infermieri in servizio presso le unità concentrate sul monitoraggio dei casi, hanno come attività primaria la cura domiciliare dei pazienti segnalati dai medici di famiglia e l’esecuzione dei tamponi secondo un elenco fornito dall'Asl

Continuano a vivere disagi, i contagiati dal Covid e i loro rispettivi contatti stretti, in attesa che venga incrementato il personale sanitario e, quindi, che venga rafforzato o raddoppiato il servizio delle Usca. E' opportuno, dunque, ricordare che medici e gli infermieri in servizio presso le unità concentrate sul monitoraggio dei casi, hanno come attività primaria la cura domiciliare dei pazienti segnalati dai medici di famiglia e l’esecuzione dei tamponi secondo un elenco fornito dall'Asl.

Contagio emerso all'Usca: come procedere?

In caso di positività al Covid riscontrata all'Usca o nei laboratori privati, in particolare, i pazienti saranno contattati dall’ufficio preposto entro 10 giorni per effettuare il tampone di controllo. A causa del vertiginoso aumento di positivi e dalla temporanea scarsità di tamponi a livello regionale, tuttavia, è bene sapere che potrà verificarsi un ritardo di qualche giorno.

Positività emersa in farmacia: l'iter da affrontare

In caso, invece, il contagio fosse emerso da un tampone rapido effettuato in farmacia, è necessario rivolgersi al proprio medico di base che inoltrerà all'Usca la comunicazione. Entro dieci giorni, i pazienti verranno convocati per un nuovo tampone all'Usca.

L'alternativa

Gli asintomatici vaccinati con tripla dose o con due dosi ricevute da meno di 120 giorni, possono in ogni caso accelerare i tempi del monitoraggio, effettuando un tampone rapido in farmacia al 7° giorno di isolamento. I non vaccinati o i vaccinati che abbiano effettuato la seconda dose da oltre 120 giorni, invece, dovranno attendere il 10° giorno per poter ricorrere all'antigenico che, se avesse esito negativo, segnerebbe la fine della quarantena.

Il supporto per i sintomatici

Infine, chi avvertisse sintomi importanti o avesse un familiare contagiato sintomatico, può contattare il medico di famiglia che inoltrerà richiesta di visita domiciliare alle Usca. Dunque, il paziente in questione sarà contattato e preso in carico dal personale sanitario non appena possibile.

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