Squisita, conosciuta ed apprezzata dai palati più fini di tutta Italia, la Santa Rosa vanta origini salernitane. Il dolce fu, infatti, ideato nel ‘600 nell’omonimo convento di Conca dei Marini, nella nostra provincia. Mentre a Napoli si è trasformata nella ricetta della sfogliatella riccia, nelle zone della Costiera Amalfitana si è perfezionata sulla base della ricetta tradizionale. Il dolce nacque quasi per caso: un giorno era avanzata nella cucina del convento un po' di pasta di semola e la suora addetta alla cucina, invece di buttarla, aggiunse un po' di frutta secca, zucchero e limoncello, ottenendo così un ripieno. La crema ottenuta fu adagiata su una una sfoglia ricavata spianando una piccola quantità di impasto per la preparazione del pane, al quale erano stati aggiunti sugna, zucchero e un po’ di vino, fino a ottenerne una friabile pasta frolla.

Una seconda sfoglia ricopriva la crema di semola. Al dolce fu data la caratteristica forma del cappuccio monacale per essere, poi, adagiato nel forno caldo. Il suo nome, “Santa Rosa”, fu scelto in onore della Santa cui era intitolato il monastero. Ne furono prodotte altre per le famiglie di Conca e quelle benefattrici degli altri centri costieri: la tradizione fu ripetuta ogni anno il 30 agosto, giorno di Santa Rosa. A Conca dei Marini continua a tenersi annualmente una manifestazione dedicata a questa sfogliatella, con i dolci sfornati dalle pasticcerie locali. Una vera delizia farcita con ricotta, canditi, uova, aroma di cannella e zucchero e con la sfoglia esterna riccia e guarnita con crema pasticciera e amarene sciroppate. Una bontà storica, tutta da gustare.